Rossi ottimista «La Yamaha si sta muovendo»
● «Qui la moto dovrebbe andar meglio che in Germania, ma ci vuole tempo»
La pista dei ricordi più intensi — 1996: prima vittoria iridata; 1997: primo titolo mondiale — deve dare a Valentino Rossi e alla Yamaha la spinta per un presente e un futuro da protagonisti. «Teoricamente, qui la nostra moto dovrebbe andare meglio che al Sachsenring. Ma abbiamo visto che, ultimamente, in MotoGP quello che dice la carta conta poca…», sorride Vale, che più che ai primi anni di successi, guarda all’ultimo trionfo suo e della Yamaha in MotoGP. «Non vinciamo da troppo tempo (Olanda 2017, 19 GP fa; n.d.r.), ed è un grande peccato: sono abbastanza sicuro di cosa ci manchi per riuscirci. Purtroppo ci vuole tempo: ripeto le stesse cose da agosto 2017 e adesso, finalmente, si è mosso qualcosa. Dobbiamo fare l’ultimo passo in avanti per potercela giocare», è la tesi di Rossi, convinto che la Yamaha sia stata troppo conservativa nell’approccio della gestione elettronica: «La centralina unica è stata introdotta per livellare i valori e i giapponesi hanno creduto a questo principio: Honda e Ducati sono state più aggressive sotto questo aspetto».
STESSA FAME Valentino assicura che la rabbia per non riuscire a salire sul gradino più alto del podio sia la stessa di quando vinceva gare a ripetizione. «Corro per quello. L’unica differenza è che, quando ero giovane, ero disperato se arrivavo terzo, mentre adesso sono più contento, un podio me lo godo di più. Al Sachsenring sono andato forte e qui dovremmo essere competitivi: nel 2017 avevo fatto secondo in qualifica per un decimo (dietro a Marquez, n.d.r.) e in gara ero veloce, ma avevo sbagliato rientrando un giro più tardi per il cambio moto. In Yamaha qualcosa si è mosso, dobbiamo continuare a lavorare così». AFP