È stallo sull’Ilva Diktat di Di Maio «Gara a rischio annullamento»
●La Arcelor Mittal non modifica l’offerta Il ministro: «Dubbi su lavoro e ambiente»
Servirà un segnale, per far ripartire la discussione sull’Ilva. Perché finora «sul tema dell’ambiente e sul piano occupazionale», secondo il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, «le proposte migliorative del gruppo ArcelorMittal non sono arrivate», neppure durante l’incontro di ieri a Roma. E per questo, la vicenda dell’Ilva rischia adesso davvero di impantanarsi, forse in maniera definitiva.
SCENARIO Di Maio ieri è arrivato persino a prefigurare l’annullamento della gara che aveva visto prevalere i nuovi proprietari di Ilva, ArcelorMittal, colosso indiano dell’acciaio. «Domattina (oggi, ndr), al massimo nel pomeriggio, manderemo all’avvocatura dello Stato la richiesta di parere per quanto riguarda l’annullamento in autotutela della gara con cui ArcelorMittal è entrata nell’Ilva», ha detto Di Maio al termine del tavolo sul futuro del gruppo siderurgico. Dubbi e criticità sulla gara che aveva assegnato l’Ilva al gruppo AmInvestCo erano già stati sollevati il 19 luglio scorso dall’Anac, l’autorità anticorruzione. Sull’Ilva «tutto il dibattito intorno alla decarbonizzazione dello stabilimento, e alla gassificazione, sarà possibile prenderlo in considerazione solo qualora non ci fosse più questa procedura di gara», ha spiegato ancora il ministro, aggiungendo che così com’è scritta ora, «la gara è stata fatta sul modello produttivo degli attuali altoforni, addirittura dando meno punteggio alla tutela dell’ambiente che all’offerta economica». Questa procedura di gara «non lo decido io, se deve continuare a dispiegare i suoi effetti sull’Ilva, ma lo decide la legge dello Stato», ha sottolineato il ministro. Poi Di Maio ha lasciato socchiusa la porta. «Spero di poter riconvocare il tavolo Ilva già in questa settimana, ma non lo riconvoco se non ci sono segnali di miglioramento sul piano occupazionale da parte dell’azienda». Perché, sottolinea Di Maio, «non ha senso rivederci se si prevedono 10 mila assunti su quasi 14 mila, e tutti gli altri che devono restare a carico dello Stato». ArcelorMittal propone di assumere 10 mila lavoratori con Ilva in amministrazione controllata, mentre governo e sindacati chiedono che questo numero salga ancora e che non ci siano esuberi rispetto all’organico totale.
LA FIOM Secondo la Fiom «è inaccettabile che, a fronte di un raddoppiamento della produzione con l’obiettivo entro il 2023 di 10 milioni di tonnellate di acciaio, di cui 8 milioni di tonnellate prodotte a Taranto, non si preveda la collocazione di tutti i 14 mila lavoratori», spiegano dal sindacato. Da ArcelorMittal, però, non sembrano giudicare così negativamente l’incontro di ieri, che «ha consentito la ripresa del dialogo con le organizzazioni sindacali e il ministero. Per questo lo riteniamo positivo». L’azienda conferma l’impegno a «dedicare i prossimi giorni all’approfondimento delle posizioni».
LA CHIAVE
Il nodo occupazione Richiesta di parere all’avvocatura dello Stato, già oggi