La Gazzetta dello Sport

RE CARLO Ancelotti passa in casa Lazio Decide Insigne

●Subito un capolavoro di Immobile, poi la squadra di Inzaghi si scioglie. Milik e una prodezza di Insigne regalano la vittoria al tecnico azzurro che deve far dimenticar­e il gioco di Sarri

- Fabio Licari ROMA

Il Napoli convince, successo in rimonta: Milik e una prodezza di Lorenzo spengono il super gol di Immobile

Doveva essere la giornata di CR7, per un po’ è sembrato potesse essere il gran giorno di Ciro17, ma alla fine è venuto fuori Insigne. Come se da Sarri ad Ancelotti per lui non fosse cambiato niente: intanto con la bella azione del primo gol, l’unica veramente sarriana di questo debutto, quindi con la botta vincente del secondo. La rete strepitosa di Immobile – dalle parti di Ronaldo o giù di lì per gesto tecnico e intenzione – è stata archiviata presto, anche per la complicità della Lazio che improvvisa­mente si è abbassata e ha lasciato solo il suo centravant­i. E così il Napoli si è preso tre punti, allontanan­do le sensazioni non esaltanti di questo inizio stagione. Non che Ancelotti possa considerar­e definito il suo progetto, ancora lontano da un’identità precisa: ma il 2-1 rivela più soluzioni di gioco, una superiorit­à indiscutib­ile nelle occasioni e, soprattutt­o, coraggio e spirito offensivo che alla Lazio sono mancati dopo la prima bella mezzora. Sarebbe interessan­te capire se è stato un cambio di idea di Inzaghi oppure sempliceme­nte un calo d’estate.

LAZIO OK MEZZORA Di sicuro la differenza tra la Lazio prima e quella dopo il gol è sospetta. Quella iniziale sa come chiudersi, far girare la palla e ripartire con lanci lunghi. Il Napoli è preso un po’ in mezzo: d’altra parte non si cambia ideologia in 90 minuti. Mentre Hamsik cerca di calarsi a fatica nel ruolo di play, ma non può dettare i tempi come Jorginho, e mentre la manovra non possiede più quegli automatism­i, soprattutt­o i triangoli in verticale, la Lazio fa bene il suo mestiere: tre difensori, con Caceres ad aggiungers­i quando il Napoli ha la palla e poi a lanciarsi quando si riparte. L’uruguaiano a sinistra e Marusic a destra sono molto larghi per compensare l’affollamen­to in mezzo, con Luis Alberto più mezzala che trequartis­ta, e con Badelj play nel gioco. Buon movimento, ancor più convincent­e rientro in massa e, riconquist­ata palla, lancione per Immobile. Al 25’ Ciro s’inventa la prodezza ronaldiana, spiazzando Albiol, Koulibaly e Mario Rui, cambiando direzione di tacco destro e infilando di sinistro Karnezis. Ciro17.

PARTITA CAPOVOLTA Fosse stata più smaliziata, la Lazio avrebbe tentato di coprirsi meglio e, forse, di assistere Immobile che rimasto solo, spesso contro tre, non poteva ripetersi. Invece la squadra d’Inzaghi ha cominciato ad arretrare senza più ripartire: dopo il gol, soltanto un altro tiro in porta (il palo di Acerbi) e un’occasione fallita sotto porta da Immobile. Troppo poco. È mancato Luis Alberto, mai collante tra la mediana e Immobile. E, come spesso in passato, Milinkovic s’è visto a corrente alternata, con i cali di tensione più frequenti dei picchi. In pratica, Inzaghi ha offerto ad Ancelotti lo stesso scenario sfruttato da Sarri: possibilit­à di schierare la difesa alta, recupero palla veloce e spazio per manovrare. Se è vero che il tecnico è cambiato, la squadra è comunque la stessa e certe cose non possono esser dimenticat­e. No, una cosa è molto diversa e, per Ancelotti, fondamenta­le: il centravant­i. Milik. Decisivo quasi quanto Insigne.

INSIGNE E IL CENTRAVANT­I Milik è in tutte le occasioni ma, soprattutt­o, fa ammattire i difensori laziali perché sfugge, non dà riferiment­o, ora è fuori dall’area e subito entra velocissim­o. Un gol annullato per fallo di Koulibaly, un altro sfiorato di testa, quindi il tocco da centravant­i vero per l’1-1, dopo il taglio di Insigne per Callejon che da destra ha messo in mezzo per il polacco. L’impression­e era che non sarebbe finita qui perché la Lazio faticava a uscire. Così è stato ancora Insigne – sull’appoggio al buio di Allan – a schiantare Strakosha con un diagonale da sinistra. Troppo tardi per reagire e per dare una mano a Immobile: il passaggio dal 3-5-1-1 al 4-23-1 è un po’ mossa disperata. Da sinistra ci tenta il nuovo Correa, però Ancelotti ne ha viste di più e, una volta in fuga, piazza Diawara davanti alla difesa, al posto di Hamsik, chiudendo spiragli e speranze. Buon Napoli, ma per la Lazio l’1-2 sa di occasione un po’ sprecata.

BENE BANTI SUL GOL ANNULLATO A MILIK MA MANCANO UN PAIO DI GIALLI

Pochi momenti critici, molto dialogo, nessun cartellino. Il metro di Luca Banti alla fine è vincente, anche se in almeno un paio di occasioni il giallo potrebbe tirarlo fuori. Al 25’ Ciro Immobile lanciato da Acerbi scatta in posizione regolare e poi segna un grande gol. Al 41’ sugli sviluppi di un calcio d’angolo Milik appoggia in rete dopo che Strakosha ha respinto un tiro di Albiol. Ma Radu è a terra e a Banti basta un «silent check» con il Var Rocchi per verificare che Koulibaly poco prima è effettivam­ente franato sul difensore della Lazio. Rete annullata tra le proteste, ingiustifi­cate, di Carlo Ancelotti. Nel primo tempo ci starebbe un giallo per Luis Alberto che non usa le buone maniere con Allan. Nella ripresa, al 30’, l’assistente Manganelli segnala un fuorigioco di Luis Alberto che non c’è: buon per il direttore di gara che il suo tiro venga respinto da Karnezis. I minuti finali, nonostante il forcing della Lazio e le repliche in contropied­e del Napoli, non presentano ulteriori problemi.

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Buona la prima Insigne e Ancelotti festeggian­o il successo
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