La Gazzetta dello Sport

CR7, colpi da alieno e intesa da affinare

●Accoglienz­a da rockstar al Bentegodi In campo una prova da leader «Sono felice per la mia prima vittoria in bianconero»

- Luca Bianchin INVIATO A VERONA

Verona è una città insidiosa. Diego Maradona nel 1984, alla prima uscita italiana, qui perse malamente col Napoli. Frank Sinatra nel 1987 si presentò in jet – compagni di viaggio, per non farsi mancare niente, Roger Moore e Carolina di Monaco – ma più che gli applausi prese un clamoroso acquazzone. A Cristiano Ronaldo tutto sommato è andata meglio. Non ha segnato il primo gol in Serie A però è tornato a Torino con tre punti e tanto affetto. In omaggio, una piccola lezione juventina: #finoallafi­ne non è solo uno slogan da social network. La prima di CR7 è stata particolar­e: piena di tensione ma anche di applausi. Cristiano è stato aspettato, accolto, abbracciat­o da uno stadio che ha tifato rumorosame­nte: era Juve-Chievo, più che ChievoJuve. Quando Ronaldo è entrato con la pettorina verde per il pre-partita, centinaia di tifosi hanno preso posto lungo le balaustre per vederlo meglio e qualcuno non si sa come è arrivato in zona-campo. Se Sinatra non si offende, è un’accoglienz­a da rockstar. Cristiano nel riscaldame­nto ha segnato il gran gol mancato in partita, poi è entrato in campo mano nella mano con una bambina bionda. Piccola piccola, capelli lunghi lunghi, faceva tenerezza.

LE DUE POSIZIONI Cristiano ha iniziato piano, ha toccato il primo pallone con un semplice appoggio a centrocamp­o per Douglas Costa, poi è salito di colpi. Impression­e numero 1: la capacità di trovare la porta, di passare dalla quiete alla tempesta in due secondi netti, resta irreale. Impression­e numero 2: il feeling coi compagni deve migliorare. Cristiano ha già atteggiame­nti da leader ma solo qualche volta viene trovato nella posizione giusta, con i tempi giusti. Ieri ha giocato un’ora da punta centrale di movimento e nel finale, quando è entrato Mandzukic, si è spostato definitiva­mente a sinistra, la sua zona di comfort. «E’ andata molto meglio quando è venuto dalla mia parte», ha detto Alex Sandro. Cristiano, non per caso, ha giocato soprattutt­o con lui: il numero 12 è il giocatore da cui ha ricevuto più passaggi (10, primo davanti a Pjanic) e quello a cui ne ha fatti di più (6, con Miralem ancora 2°). CR7 ha chiuso in crescendo, è uscito scortato da una guardia del corpo e dal pullman ha twittato: «Felice per la prima vittoria con la maglia della Juve!».

I SETTE TIRI Il Chievo, per almeno un’ora in modalità eroica, ha tentato di rovinargli la serata. Ronaldo ha calciato 8 volte, 4 in porta, e ha sempre trovato qualcuno pronto a deviare. Classifica delle occasioni per importanza. Primo, un destro da fuori su cui Sorrentino ha mostrato i superpoter­i: parata in tuffo a mano aperta. Secondo, un destro fuori di nulla. Terzo, un tocco da distanza ridotta dopo assist di Dybala, deviato da Cacciatore in angolo. Quarto un altro destro da lontano, calciando quasi da fermo, respinto ancora da Sorrentino. Il portiere in maglia fosforesce­nte è stato la sua kryptonite: ha vinto tutti i duelli tranne il più… fisico. Nell’azione del gol annullato a Mandzukic, CR7 gli è franato addosso e lo ha mandato all’ospedale.

I DUE ALLENATORI «Cristiano ha fatto buoni movimenti, a volte non imbeccato – ha detto Allegri -. Si vede che è un giocatore diverso. Si è calato con semplicità nella squadra, mi ha impression­ato. Era destino che non segnasse». D’Anna non si è sottratto al confronto con Ronaldo il Fenomeno, marcato in un’altra vita, quella da giocatore: «La sensazione è che siano due giocatori straordina­ri». Questa era facile. Meno facile è stato fermare CR7 per una foto. La ragazza di Stepinski ha mandato il fidanzato in missione: Mariusz a fine partita girava nel tunnel delle interviste cercando una mediazione. Come sia finita, non è chiaro. Di sicuro, ha fatto meglio la bambina bionda di inizio partita. Quando si è staccata da Cristiano, lo ha salutato a distanza con la mano, come dire «ehi, alla prossima». In fondo, lo conosce da una vita.

>Un’ora da punta centrale, poi a sinistra. Alex Sandro: «Meglio dalla mia parte»

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