La Gazzetta dello Sport

«Forza ma pure tecnica Bakayoko è uno a posto A parte quei capelli...»

●Il difensore del Monaco, ex compagno del neo rossonero: «È perfetto come 2° di centrocamp­o»

- Alessandro Grandesso PARIGI (FRA)

Al Monaco ci è arrivato nel 2012 quando ancora il club del Principato militava in seconda divisione. Da allora Andrea Raggi, 34 anni, è sempre uno dei punti di riferiment­o dello spogliatoi­o monegasco. Da dove ha vissuto la fase degli investimen­ti faraonici, alla Falcao, e quella più strategica fatta di acquisti mirati di giovani talenti dall’alto potenziale, da rivendere poi a caro prezzo. Ragazzi che Raggi ha visto crescere e poi spiccare il volo. Su tutti, Mbappé, ceduto la scorsa estate ai rivali parigini per 180 milioni di euro. Ma del mezzo miliardo incassato sul mercato dal Monaco nell’ultimo anno, una quota è stata garantita anche dal neo rossonero Bakayoko, ceduto al Chelsea per 45 milioni. Il club del magnate russo Rybolovlev ne aveva spesi 8, per prelevarlo dal Rennes nel 2014. In tre stagioni il francese si impose poi come titolare a centrocamp­o, chiudendo l’esperienza nel Principato con uno scudetto, strappato proprio al «suo» Psg, ma anche con una semifinale di Champions, persa con la Juve. Con Raggi in campo, al ritorno, da vicecapita­no.

Che giocatore è Bakayoko?

«Come caratteris­tica principale direi che fisicament­e è molto forte. Ma la cosa non gli impedisce di essere un giocatore molto tecnico. Ha parecchie altre qualità: è abile nel recupero palla e quando va in incursione è difficile fermarlo, perché ha anche un buon dribbling. E poi è forte di testa. Nell’anno del titolo si è messo in luce con tutte le sue doti. I risultati si sono visti anche in Champions».

Il suo ruolo ideale?

«Quello che ricopriva da noi, da secondo centrale di centrocamp­o».

Come si spiega il calo al Chelsea?

«Anche quando arrivò dal Rennes ebbe bisogno di un periodo di adattament­o. Cominciò a imporsi dalla seconda stagione, in un centrocamp­o in cui c’era comunque Toulalan come punto di riferiment­o. Penso che Tiemoué abbia bisogno di essere messo nelle migliori condizioni per esprimersi come sa. Deve sentirsi importante, e non gli va messa troppa pressione sulle spalle, almeno all’inizio. Questo non significa che sia uno senza carattere. Anzi, ne ha molto e lo si vede bene in campo. Magari l’esperienza al Chelsea gli è servita anche per gestire meglio questo aspetto».

E fuori dal campo che tipo è?

«Un ragazzo tranquillo, riservato. Ecco, magari ogni tanto si presentava con i capelli tinti. Una settimana rossi, un’altra verde, un’altra ancora blu. Ma è un tipo a posto».

Cosa può dare in più al Milan?

«Il Milan è un progetto ancora in fase di lancio e penso ci vorrà del tempo perché decolli veramente. Bisogna che si crei quello spirito di squadra necessario per arrivare a grandi risultati. Detto questo, credo che Bakayoko possa contribuir­e dando molta qualità nel suo settore, per definire un’identità forte del gioco rossonero. E poi ha il carattere giusto per rapportars­i al meglio anche con un tecnico tosto come Gattuso».

ABILE NEL RECUPERO PALLA E SE SI INSERISCE NON LO FERMI

ANDREA RAGGI SU TIEMOUÉ BAKAYOKO

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Andrea Raggi e Tiemoué Bakayoko, compagni al Monaco ANADOLU

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