Inzaghi c’è «Il Bologna guastatore del torneo»
●Dopo 1177 giorni il tecnico torna in A: «Che presidente, Saputo»
Una vita fa. Più o meno. Ben 1177 giorni dopo (dal 30 maggio 2015, Atalanta-Milan 1-3) Filippo Inzaghi torna su una panchina di serie A. «Il ruolo che immagino e voglio per il mio Bologna? Essere i rompiscatole del campionato» dice SuperPippo. Ben ritrovati sulla Via Emilia: si comincia dal derbone, Bologna-Spal, e Pippo ritrova un suo «nipotino», quell’Andrea Petagna messo a fare l’Inzaghi nel Torneo di Viareggio 2014. Torneo stravinto dal Milan che fece decollare proprio l’attuale tecnico di Saputo.
PIU’ CALMI Faccia-a-faccia e adrenalina sparsa. Dice Leo Semplici, tecnico della Spal. «Il Bologna è superiore ma saranno importanti i duelli e punteremo sulla nostra identità». E Pippo: «Le due cose che pretendo dalla squadra e da me stesso? Beh, da me stesso di essere un po’ più tranquillo in panchina, e fare meno danni possibile... Quanto alla squadra, non mi interessa essere bello, piacere: voglio lotta e convinzione per dare soddisfazione a quelli che hanno già dimostrato di volerci bene. Dopo due mesi di lavoro insieme per ora chiedo solo questo». E poi? «Partire con un derby è un grande stimolo, la Spal è una squadra complicata e ha lo stesso tecnico da anni, ottimi attaccanti, giocate prestabilite. Però è una partita da vincere».
GERARCHIE Nel campionato scorso finì con una vittoria (in casa) a testa: squadre cambiate, gerarchie stabilite a Ferrara ma non a Bologna. «Io non ne ho», riprende Inzaghi. «Le gerarchie nascono dall’allenamento. Il problema è che questo gruppo mi complica le cose: lavorano tutti bene e a me aumentano i dubbi. La formazione? Giocheranno due tra Falcinelli, Palacio e Santander, che è in grande crescita. Danilo in difesa? Vediamo: l’ho fortemente richiesto. L’alternativa a Pulgar? E’ Nagy: diciamo che in lui rivedo un Jorginho giovane».
SAPUTO DA SOGNO, BERLUSCA... Oltre mille giorni dopo il Milan, ecco questa ripartenza con rincorsa presa da Venezia. Pippo, emozionato? «L’emozione c’è ogni giorno, vivo questo lavoro per le pulsazioni che mi dà. Fra l’altro mi sento in grande debito con questa società che mi ha scelto e questa città che mi ha adottato: e voglio dar loro ragione. Dobbiamo fare tutti un bel passo in avanti per farci amare». Il patròn Joey Saputo oggi sarà allo stadio, ieri ha avuto un colloquio con Pippo: contenuti? «Io mi sono sempre sognato un presidente del genere: che ti lascia lavorare, che non ti mette pressione». Un presidente non-interventista: Berlusconi era diverso... «Ogni presidente ha il proprio modo di fare. Detto ciò, credo che tutti abbiano capito che le cose le decido io: Berlusconi non mi ha mai imposto nulla, di calcio ne sa, di consigli ne dava e i consigli si accettano sempre. Ma ho sempre fatto con la mia testa, perché se sbaglio a casa ci vado io e se succede preferisco salutare con le mie idee. E viceversa».
LA 10 E IL BILANCIO PARI Chi gli ha «regalato» una squadra «di cui sono soddisfatto — aggiunge Inzaghi — perché c’è il giusto mix e tante alternative» è stato (assieme all’ad Fenucci) il ds Riccardo Bigon, che precisa: «Se Destro è mai stato vicino ad andarsene? Mai. Se la maglia numero 10 (vacante) la colmeremo a gennaio? Non so se compreremo qualcuno, è prematuro. Mi preme dire che il saldo finale fra entrate e uscite è praticamente zero. Quel che abbiamo guadagnato con le cessioni — 18 milioni circa per Verdi, visto che il 20% era per il Milan — lo abbiamo reinvestito: proprio come avevamo annunciato tempo fa».
IL DERBY
«Spal collaudata, ma dobbiamo vincere. Ho un gruppo che mi soddisfa lavorando»
«Berlusconi? Consigli ne dava, ma io ho sempre fatto di testa mia»