LA PREMIER È GIÀ PRESA DAL SARRIBALL
Il Chelsea a punteggio pieno
Come si dice sarrismo in inglese? Sarrism? No, Sarriball. Così i tifosi del Chelsea e gli appassionati del football inglese hanno etichettato il calcio del nuovo guru della Premier League. Sarri and the ball, il pallone, sono un blocco unico, elementi indivisibili: fate girare la palla, qualcosa accadrà. Sarri, la variante italiana di Pep Guardiola, ha vinto la sua prima partita a Stamford Bridge e che partita, un lussureggiante 3-2 nel derby con l’Arsenal. Match pirotecnico, denso di emozioni. Secondo successo di fila e Blues in testa alla Premier. Tutto bene, anzi benissimo? Non proprio. Quello di Sarri è un calcio integrale e ha bisogno di una cottura più lunga. Il nuovo Chelsea attraversa la fase sperimentale, il sarrismo si nota a macchia di leopardo. Benefici e rischi vanno di pari passo, ma il seme è gettato e si può scommettere sull’abbondanza del raccolto a primavera.
Prendete Jorginho, per esempio. La sua prima mezz’ora è stata strepitosa, un’illuminazione dietro l’altra. Aperture luccicanti, degne dei migliori professori del ramo, tipo Pirlo. Sui social è partito il tambureggiamento dei brasiliani velenosi con Tite, il c.t. della Seleçao che ha lasciato all’Italia un regista di tale valore. Nella centrifuga della Premier, in cui l’alta intensità resta il valore dominante, Jorginho incarna la forza centripeta, dispensa razionalità in mezzo. Riuscirà Roberto Mancini a trapiantarne il pensiero geometrico in Nazionale? Forse è la scommessa più importante del nuovo corso azzurro. Chi trova una mente vede la luce.
Jorginho è il collante del nuovo Chelsea,la prolunga di Sarri sul campo. La sua presenza facilita ai compagni l’assimilazione dei nuovi codici di gioco. Le difficoltà non mancano. Sarri è partito dalla costruzione, vuole che la squadra sia orientata dal senso del possesso, e ha lasciato indietro la messa a punto difensiva. Il Chelsea ha concesso all’Arsenal una cifra di occasioni, Aubameyang si è mangiato un paio di gol facili. Forti turbolenze sui cross bassi all’indietro, con i palloni indirizzati nella terra di nessuno tra linea di difesa e mediana. Qui il sarrismo è andato in sofferenza. Per smuovere lo stagno, l’ex allenatore del Napoli ha dovuto scongelare Hazard in panchina. Il belga, degradato a riserva perché in ritardo di condizione a causa del Mondiale, ha lavorato ai fianchi l’Arsenal e ha servito ad Alonso il pallone del 3-2. Sarriball is amazing, stupefacente, ma in certe giorni, specie all’inizio, il bel gioco da solo non basta e per vincere servono i giocatori masters of ball, maestri di palla.