È IL PLAY INDISPENSABILE CON UN FUTURO ALLA MODRIC
La chiusura anticipata dei trasferimenti
La quiete dopo la tempesta del mercato. E il campo ci offre il volto disteso di calciatori sino a qualche giorno fa nell’occhio del ciclone. La chiusura anticipata (venerdì scorso) dei trasferimenti in Serie A è accompagnata da considerazioni positive. Gli addetti ai lavori giuravano che certe attese sino a fine agosto finivano per creare inutili tensioni negli spogliatoi, con i calciatori in attesa spasmodica di notizie sul proprio futuro. E la loro richiesta invocava proprio una sorta di pax generalizzata.
Il primo turno di campionato ha detto che tra i migliori in campo della Juve c’erano di sicuro Alex Sandro e Miralem Pjanic, vale a dire i due bianconeri che più di tutti avevano animato le grida estive. In particolare il brasiliano era stato dichiarato incedibile proprio la scorsa settimana dopo la nuova incursione del Psg con un’offerta da 60 milioni. Ora l’a.d. bianconero Beppe Marotta gli rinnoverà il contratto e lui ha dimostrato subito di condividere la scelta societaria. Allo stesso modo sono apparsi motivati il laziale Immobile (accostato al Milan prima che nascesse l’opportunità-Higuain), Berardi del Sassuolo, consapevole del tramonto del sogno Roma, De Paul dell’Udinese (lo voleva la Fiorentina), ma anche l’empolese Krunjc, a lungo nel mirino del Torino.
Tutto è accaduto a tamburo battente, escludendo il rischio di code o equivoci. In passato anche le tifoserie finivano per restare coinvolte in autentici trabocchetti. Spesso certe maratone obbligavano le stesse società a fare buon viso a cattivo gioco, non riuscendo ad ammettere che determinate trattative erano francamente impossibili. Si esponevano così a pesanti critiche a stagione in corso. Ma ora come ora tutti appaiono soddisfatti della nuova formula ristretta. Almeno sul fronte interno. Nei prossimi mesi, però, sarà utile avviare un dialogo con le Leghe dei Paesi più importanti e cercare di armonizzare le date dello stop in tutta Europa.
E’ vero che la ricca Premier League detta legge grazie al suo potere finanziario e tutti sono condizionati dalla sua scelta di legare la fine del mercato all’inizio del torneo. È fatale che saranno gli altri ad adeguarsi, ma bisogna vedere in che maniera. Intanto spagnoli, francesi, tedeschi e portoghesi vanno per conto loro. In teoria potrebbero ancora portarci via qualche giocatore. Al momento, però, il pericolo appare relativo. Chi ha i talenti se li tiene stretti e non cade in tentazione. Il mercato unico fa bene ma con regole uguali per tutti.