La Gazzetta dello Sport

È IL PLAY INDISPENSA­BILE CON UN FUTURO ALLA MODRIC

La chiusura anticipata dei trasferime­nti

- Di FABIO LICARI

La quiete dopo la tempesta del mercato. E il campo ci offre il volto disteso di calciatori sino a qualche giorno fa nell’occhio del ciclone. La chiusura anticipata (venerdì scorso) dei trasferime­nti in Serie A è accompagna­ta da consideraz­ioni positive. Gli addetti ai lavori giuravano che certe attese sino a fine agosto finivano per creare inutili tensioni negli spogliatoi, con i calciatori in attesa spasmodica di notizie sul proprio futuro. E la loro richiesta invocava proprio una sorta di pax generalizz­ata.

Il primo turno di campionato ha detto che tra i migliori in campo della Juve c’erano di sicuro Alex Sandro e Miralem Pjanic, vale a dire i due bianconeri che più di tutti avevano animato le grida estive. In particolar­e il brasiliano era stato dichiarato incedibile proprio la scorsa settimana dopo la nuova incursione del Psg con un’offerta da 60 milioni. Ora l’a.d. bianconero Beppe Marotta gli rinnoverà il contratto e lui ha dimostrato subito di condivider­e la scelta societaria. Allo stesso modo sono apparsi motivati il laziale Immobile (accostato al Milan prima che nascesse l’opportunit­à-Higuain), Berardi del Sassuolo, consapevol­e del tramonto del sogno Roma, De Paul dell’Udinese (lo voleva la Fiorentina), ma anche l’empolese Krunjc, a lungo nel mirino del Torino.

Tutto è accaduto a tamburo battente, escludendo il rischio di code o equivoci. In passato anche le tifoserie finivano per restare coinvolte in autentici trabocchet­ti. Spesso certe maratone obbligavan­o le stesse società a fare buon viso a cattivo gioco, non riuscendo ad ammettere che determinat­e trattative erano francament­e impossibil­i. Si esponevano così a pesanti critiche a stagione in corso. Ma ora come ora tutti appaiono soddisfatt­i della nuova formula ristretta. Almeno sul fronte interno. Nei prossimi mesi, però, sarà utile avviare un dialogo con le Leghe dei Paesi più importanti e cercare di armonizzar­e le date dello stop in tutta Europa.

E’ vero che la ricca Premier League detta legge grazie al suo potere finanziari­o e tutti sono condiziona­ti dalla sua scelta di legare la fine del mercato all’inizio del torneo. È fatale che saranno gli altri ad adeguarsi, ma bisogna vedere in che maniera. Intanto spagnoli, francesi, tedeschi e portoghesi vanno per conto loro. In teoria potrebbero ancora portarci via qualche giocatore. Al momento, però, il pericolo appare relativo. Chi ha i talenti se li tiene stretti e non cade in tentazione. Il mercato unico fa bene ma con regole uguali per tutti.

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