Rincon, El General del Torino E Cairo dice no ai petrodollari
●Offerta da 9 milioni per Rincon arrivata dagli Emirati Arabi Uniti e subito rifiutata: intoccabile in campo e fondamentale nello spogliatoio, sin dagli anni di Amburgo dove lo chiamavano Löwenherz, cuor di leone
Nove anni fa, appena sbarcato in Europa dal Venezuela, un Tomas Rincon appena ventunenne, piedi ancora ruvidi ma coraggio già da vendere, planò in Bundesliga come un tornado. E i suoi tifosi dell’Amburgo impiegarono appena due partite a battezzarlo Löwenherz, cuor di leone, soprannome riprodotto su un grande striscione inaugurato nel 3-1 della gara interna con il Colonia, che lo avrebbe accompagnato per tutta la sua permanenza in terra di Germania.
ALLA PARI Doveva ancora nascere El General, ma era solo questione di tempo, perché il centrocampista granata s’è costruito la sua fama negli anni. E sabato scorso, contro un centrocampo fisicamente fra i più forti della serie A, ha retto l’urto contro Strootman e De Rossi, s’è preso la licenza di colpire una traversa di testa sul finire del primo tempo e nel finale s’è arreso solo ai crampi. Indistruttibile: pensate che mai, nella settimana precedente all’inizio del campionato, nonostante quattro giorni di stop per un pestone preso contro il Cosenza in coppa Italia, Mazzarri ha pensato di dover rinunciare a lui: «È uno dei più in forma, figuriamoci…». E così la storia è diventata leggenda. Uno come Rincon fa gola a tanti, anche in quei luoghi dove forse un giorno lontano il buon Tomas andrà a finire la carriera, ma non è ancora giunto il tempo.
TANTI SOLDI Eppure è successo, quando sabato scorso il mercato era chiuso da poche ore e al Torino è arrivata una telefonata da un club degli Emirati Arabi: «Vi offriamo nove milioni di euro per Rincon». Proposta rispedita al mittente senza neppure accennare una trattativa, nonostante da questa teorica operazione la società granata avrebbe potuto ricavare una plusvalenza. Tomas non si tocca, vale troppo in campo e pure nello spogliatoio: per la sua forza fisica impressionante, ma anche per la capacità di essere uno straordinario catalizzatore per il gruppo. È diventato grande solo con l’umiltà, lui che fu presentato così dal presidente Cairo al suo approdo a Torino: «Ha talento, entusiasmo ed esperienza e personalità». E molto altro ancora, per questo tuttofare del centrocampo, da anni simbolo della Vinotinto, in cui è stato convocato anche per le prossime due amichevoli di settembre contro Colombia e Panama.
MULTIRUOLO Se lui oggi è il Rincon che conosciamo e che i tifosi del Toro adorano, è anche merito di una duttilità tattica che gli era stata insegnata a Genova, sponda rossoblù, dal maestro Gian Piero Gasperini, che lo aveva utilizzato — questa è storia — a destra o sinistra nel tridente offensivo, come mediano, regista, centrocampista esterno su entrambe le fasce, difensore centrale e persino terzino sinistro in una partita-thrilling contro il Sassuolo al Ferraris. Ora è facile intuire perché il Toro se lo tenga molto stretto. Rincon è un pezzo unico: in uno spot della sua nazionale, lo si vede allo scontro verbale con Messi dopo una memorabile sfida in coppa America. Era il 2011 e, manco a dirlo, quel giorno il genio Lionel rimase a secco.
AFFIDABILE
Tomas è stato il quarto granata più utilizzato (372’) nel precampionato
La sua definitiva evoluzione tattica è arrivata al Genoa con Gasperini