Semplici style «Provoco Kurtic esalto la toscanità»
●Il tecnico: «A Jasmin dico che fa sempre tiri da 0-0 Bisogna avere un’identità: noi toscani mai contenti»
Leonardo Semplici: spieghi a tutti cosa diceva a Kurtic...
«In allenamento? Che quando facciamo la sessione di tiri in porta, beh, gli grido spesso “zero a zero”. Perché non ci prende».
Poi, in una notte e molti anni dopo l’ultima vittoria al Dall’Ara in A, Jasmin fa il gol della vita e la
Spal santifica la ripartenza. Provocare serve? «Lo faccio spesso, ma sempre a fin di bene ovviamente. Provocare alla toscana significa motivare, scuotere, cercare perennemente quel che ci vuole: il miglioramento, quindi sempre un altro step».
E’ sempre un bel momento per i toscanacci: da Allegri che stravince a Sarri in blue. Poi Andreazzoli, e lei.
«In questo periodo storico del calcio noi toscani stiamo effettivamente vivendo di pulsazioni positive. Cosa ci caratterizza? Mai contenti».
Sarà contento della sua squadra, almeno oggi: tecnica, varianti e anche doppi ruoli.
«La società ha fatto un certo tipo di lavoro che ci permettesse proprio di crescere nella tecnica e nella forza fisica: un ottimo lavoro. Missiroli, Valdifiori e Petagna, per esempio, danno proprio un senso a tutto questo. Poi, però, serve sempre avere un’identità».
La vostra qual è?
«Quella che voglio da anni e che ho sempre voluto nelle mie squadre: condurre la gara. So e sappiamo che ci sono tante squadre più forti di noi, quindi in alcune situazioni ci si dovrà adeguare. Ma dirigere il gioco è la cosa da fare e che voglio vedere».
A Bologna avete scritto un po’ di storia?
«Beh, sì, ma adesso cerchiamo di non esagerare coi toni alti. Abbiamo vinto un derby a casa loro e non succedeva in A da cinquant’anni, lo abbiamo voluto con forza e ha un valore grande: perché è la prima di campionato e l’austtima può crescere, perché Ferrara se lo meritava, perché i tifosi sono stati fantastici e li ho visti felicissimi, perché si vede che gli insegnamenti dello scorso anno sono stati... praticati».
Nel dettaglio, quali?
«Sapersi adattare: contro le big dovremo per forza saperlo fare, quindi cambiare modulo, leggere la gara, e per farlo servono anche passaggi come il successo a Bologna».
L’arsenale della Spal è di spessore seriale.
«Petagna, Antenucci, Paloschi, Moncini e Floccari hanno due peculiarità: possono coesistere nelle coppie che via via sceglierò e hanno qualità, di gioco e realizzativa. Per loro, e il resto del mercato, devo ringraziare la società: ha fatto sforzi mirati e importanti».
Visto che va di moda il termine: sarete voi i «rompiballe» del campionato?
«No, no. A noi basta fare il nostro tragitto con convinzione e autostima ma soprattutto con la consapevolezza di dover prenderci la salvezza e poi si vedrà. Piedi per terra, grazie».
Cos’ha detto alla squadra dopo l’1-0?
«La risposta precedente...».