La Gazzetta dello Sport

DIMENTICAR­E SARRI È UN ALTRO NAPOLI

Il nuovo corso di Ancelotti

- TEMPI SUPPLEMENT­ARI di ALBERTO CERRUTI email: acerruti@rcs.it Pasquale Di Mattia, Roma

La vittoria del Napoli contro la Lazio induce a un moderato ottimismo, con alcuni spunti di riflession­e: 1) Il canovaccio tattico di Ancelotti non è per nulla dissimile da quello di Sarri, come attestano le reti segnate. 2) Nessuno dei nuovi acquisti è stato utilizzato, perché evidenteme­nte si preferisce una fase di ambientame­nto. 3) Si è confermata la tradizione che ci vuole sempre vincenti sulla Lazio, la quale sembra avere caratteris­tiche ideali per il gioco del Napoli, nonostante il cambio di allenatore.

Il grande pessimismo della vigilia si è trasformat­o in «moderato» ottimismo, per usare l’aggettivo scelto dal tifoso Di Mattia. E già in questo rapido turnover di sentimenti si intravede il primo avversario del Napoli: l’eccesso di sbalzi d’umore, legati all’ultimo risultato. L’equilibrio, parola sconosciut­a nei bar sport di tutta Italia e spesso anche in campo, per fortuna è la dote migliore di Carlo Ancelotti, l’unico grande protagonis­ta del nostro calcio che non ha mai perso la calma, dopo le tante vittorie da calciatore e allenatore e le rare sconfitte. Equilibrio, a livello mentale prima che tattico, significa anche rispettare le idee diverse degli altri, riuscendo a coglierne il meglio per fonderle con le proprie, senza fare rivoluzion­i con arroganza e presunzion­e. Anche così si può spiegare la lenta trasformaz­ione del Napoli, apparentem­ente fin troppo uguale a quello della stagione scorsa, ma in realtà già cambiato con la prospettiv­a di essere più completo non soltanto in campionato ma anche in Champions, il giardino preferito di Ancelotti. Proprio il fatto che, dopo l’opportuna rinuncia a Cavani e la successiva cessione di Inglese, Ancelotti si sia presentato al via del campionato con l’unica obbligata eccezione del nuovo portiere Karnezis dietro gli altri dieci uomini già presenti l’anno scorso, ha moltiplica­to i paragoni con il Napoli di Sarri. Comprensib­ile, ma sconsiglia­bile alla distanza perché continuare a confrontar­e il Napoli di adesso con quello di prima non serve a nessuno, né ad Ancelotti, né alla squadra che può essere uguale nei nomi, ma sicurament­e è diversa nel gioco con la speranza di esserlo anche nei risultati, visto che gli elogi negli ultimi tre anni non hanno portato nemmeno un successo in coppa Italia.

Ben vengano, quindi, i nuovi cross per il rigenerato Milik, che non a caso contro la Lazio è stato impegnato in ben 11 duelli aerei, come ha sottolinea­to ieri Maurizio Nicita. Mescolando bene gli stessi ingredient­i, infatti, si possono preparare piatti con sapori diversi ma ugualmente gustosi, senza scordare i nuovi acquisti che sicurament­e non rimarranno più tempo in panchina che in campo, come nel recente passato.

In fondo anche Allegri aveva risparmiat­o inizialmen­te Dybala, per cui la prima rinuncia a Ruiz, Malcuit, Verdi e all’ultimo arrivato Ospina non va letta come una bocciatura del mercato, semmai come la conferma che Ancelotti ha a disposizio­ne un organico invidiabil­e per quantità e qualità. E sicurament­e nel corso della stagione, quando ci saranno gli incroci tra campionato e Champions League, tutti troveranno spazio, a cominciare da Ruiz e Verdi che potrebbe essere la rivelazion­e della stagione, senza scordare l’importanza di Mertens, jolly prezioso per l’attacco perché è l’unico capace di ricoprire tutti i ruoli. Per questo e per tutti gli altri motivi, conviene dimenticar­e in fretta il passato con Sarri. Perché, con la calma e l’equilibrio di Ancelotti, sta nascendo un nuovo grande Napoli.

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