PERCHÉ NON SI PUÒ FARE A MENO DI PJANIC
Dopo il rinnovo con la Juve fino al 2023
Più che un semplice rinnovo, quello di Pjanic è l’ultimo grande acquisto juventino. Poi tutto potrà succedere, in un’epoca in cui i contratti sembrano fatti per essere strappati o aggiornati all’improvviso, ma l’allungamento al 2023 e l’adeguamento salariale — 6,5 milioni, inferiore soltanto a Ronaldo e Dybala — sono mosse a lunga scadenza che inseriscono definitivamente il bosniaco tra i big della Juve. E ci mancherebbe. CR7 escluso, Pjanic è oggi il vero indispensabile. Perché merce rara, rarissima. Niente meglio della corte che gli hanno fatto Psg e Real Madrid può spiegarlo.
Merito soprattutto di Allegri che, contro l’impressione di molti, anche di chi scrive, ha avuto il coraggio e la visionarietà di investire tempo, lavoro e arrabbiature, trasformando il bosniaco, da trequartista elegante e un po’ leggero che era, in play arretrato «cattivo» il giusto. I primi tempi, giocando da solo davanti alla difesa, Pjanic sembrava inadeguato, poco fisico, spaesato. Il debutto in quella posizione contro l’Inter, lo ricordiamo ancora, fu un vero disastro. Il sistema a due, con Khedira accanto, l’ha esaltato: oggi il bosniaco è uno straordinario vertice basso della mediana a tre. In Champions rende meglio che in campionato avendo più spazi. Non ha la genialità di Pirlo nè di Modric, ma in questo momento storico il ruolo si sta pericolosamente esaurendo e in giro non c’è niente di meglio. Iniesta ha smesso. Forse Isco potrebbe convincersi di affrontare la sfida, ne ha mezzi tecnici e fisici.
Oggi che la nuova Juve somiglia al Real di Zidane, il confronto coinvolge inevitabilmente Pjanic. Non c’è un canovaccio tattico sarriano, non c’è mai stato nella Juve, ma rispetto all’anno scorso Ronaldo cambierà lo sviluppo della manovra. Aumentando di sicuro il coefficiente di improvvisazione. Come il Real, Allegri dispone di più registi: centrali (Bonucci, Pjanic), laterali (Alex Sandro, Cancelo) e offensivi (Ronaldo, Dybala). Quindi meno geometrie studiate alla lavagna, ma più possesso e più assoli che per magia finiscono col coordinarsi tra loro. Grazie soprattutto al play che fa da anello di congiunzione, cioè Pjanic.
Risultato che non si raggiunge in due mesi, ma che è la logica conclusione di un percorso tecnico nel quale lo stesso Pjanic potrebbe cambiare interpretazione quando richiesto: se Can, per esempio, fosse spostato davanti alla difesa, alla Casemiro, diventerebbe la mezzala creativa, a tutto campo, alla Modric. Sono pensieri che probabilmente Allegri sta elaborando. E rispetto a Zidane la Juve sembra avere più soluzioni. Servirà però essere dentro la partita con più continuità. Come non è stato contro il Chievo.