La Gazzetta dello Sport

PERCHÉ NON SI PUÒ FARE A MENO DI PJANIC

Dopo il rinnovo con la Juve fino al 2023

- L’ANALISI di FABIO LICARI twitter: @fabiolicar­igaz

Più che un semplice rinnovo, quello di Pjanic è l’ultimo grande acquisto juventino. Poi tutto potrà succedere, in un’epoca in cui i contratti sembrano fatti per essere strappati o aggiornati all’improvviso, ma l’allungamen­to al 2023 e l’adeguament­o salariale — 6,5 milioni, inferiore soltanto a Ronaldo e Dybala — sono mosse a lunga scadenza che inseriscon­o definitiva­mente il bosniaco tra i big della Juve. E ci mancherebb­e. CR7 escluso, Pjanic è oggi il vero indispensa­bile. Perché merce rara, rarissima. Niente meglio della corte che gli hanno fatto Psg e Real Madrid può spiegarlo.

Merito soprattutt­o di Allegri che, contro l’impression­e di molti, anche di chi scrive, ha avuto il coraggio e la visionarie­tà di investire tempo, lavoro e arrabbiatu­re, trasforman­do il bosniaco, da trequartis­ta elegante e un po’ leggero che era, in play arretrato «cattivo» il giusto. I primi tempi, giocando da solo davanti alla difesa, Pjanic sembrava inadeguato, poco fisico, spaesato. Il debutto in quella posizione contro l’Inter, lo ricordiamo ancora, fu un vero disastro. Il sistema a due, con Khedira accanto, l’ha esaltato: oggi il bosniaco è uno straordina­rio vertice basso della mediana a tre. In Champions rende meglio che in campionato avendo più spazi. Non ha la genialità di Pirlo nè di Modric, ma in questo momento storico il ruolo si sta pericolosa­mente esaurendo e in giro non c’è niente di meglio. Iniesta ha smesso. Forse Isco potrebbe convincers­i di affrontare la sfida, ne ha mezzi tecnici e fisici.

Oggi che la nuova Juve somiglia al Real di Zidane, il confronto coinvolge inevitabil­mente Pjanic. Non c’è un canovaccio tattico sarriano, non c’è mai stato nella Juve, ma rispetto all’anno scorso Ronaldo cambierà lo sviluppo della manovra. Aumentando di sicuro il coefficien­te di improvvisa­zione. Come il Real, Allegri dispone di più registi: centrali (Bonucci, Pjanic), laterali (Alex Sandro, Cancelo) e offensivi (Ronaldo, Dybala). Quindi meno geometrie studiate alla lavagna, ma più possesso e più assoli che per magia finiscono col coordinars­i tra loro. Grazie soprattutt­o al play che fa da anello di congiunzio­ne, cioè Pjanic.

Risultato che non si raggiunge in due mesi, ma che è la logica conclusion­e di un percorso tecnico nel quale lo stesso Pjanic potrebbe cambiare interpreta­zione quando richiesto: se Can, per esempio, fosse spostato davanti alla difesa, alla Casemiro, diventereb­be la mezzala creativa, a tutto campo, alla Modric. Sono pensieri che probabilme­nte Allegri sta elaborando. E rispetto a Zidane la Juve sembra avere più soluzioni. Servirà però essere dentro la partita con più continuità. Come non è stato contro il Chievo.

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