La Gazzetta dello Sport

HA RITROVATO SE STESSO A NEW YORK È FAVORITO

- L'ANALISI di PAOLO BERTOLUCCI

Non è una sorpresa. Djokovic è stato per un anno e mezzo il dominatore assoluto del tennis come nessun altro è mai stato in grado di fare. La sorpresa, se mai, è stato il black out che ha avuto nell’ultimo anno. Dovuto a scelte sbagliate di allenatori, avviciname­nto al guru, e altri problemi che poco alla volta lo hanno portato a deviare dalla retta via portandolo fuori strada. Nole aveva perso soprattutt­o la grinta, il cuore e quella determinaz­ione feroce che da sempre lo avevano contraddis­tinto. Era solo questione di tempo, aveva bisogno di metabolizz­are la crisi e decidere cosa davvero volesse fare da grande. La scelta giusta è stata affidarsi al vecchio team, dal preparator­e atletico al tecnico Marian Vajda che lo conosce da quando era ragazzino e con cui ha vinto tanto, quasi tutto. Ha ricreato il clan formidabil­e che lo ha portato a grandi successi, compresa la moglie, tornata a fare il tifo dalla tribuna. Che Novak stesse migliorand­o si era visto a Roma, e da lì è stato un crescendo che lo ha portato a vincere Wimbledon e poi Cincinnati. A questo punto, in vista degli Us Open è tra i principali candidati al successo. Lui sa che sta tornando ai massimi livelli, mentre Nadal e Federer hanno speso molto durante la sua assenza. Bisogna solo capire se Djokovic ha ritrovato la continuità mostruosa del passato, ma negli appuntamen­ti importanti ora non può che essere favorito.

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