La Gazzetta dello Sport

Un ritorno alla Nibali

Il progetto di Slongo «Alla Vuelta stupido mettergli le briglie»

- Claudio Ghisalbert­i twitter @ghisagazze­tta

●Vincenzo rientra dopo la caduta al Tour: «I progressi si vedono giorno per giorno»

«Sarebbe stupido mettergli le briglie». Paolo Slongo è l’uomo dei numeri, ma anche dei sentimenti. Il tecnico trevigiano è l’allenatore di Vincenzo Nibali, l’uomo che padroneggi­a tutti i segreti del motore del campione siciliano. Ma è anche la persona che con lo Squalo ha un rapporto speciale, creato dai primi tempi della Liquigas e consolidat­o da trionfi, cadute e sconfitte. Slongo conosce perfettame­nte lo spirito guerriero di Vincenzo, la sua capacità di trasformar­e cose, e corse, impossibil­i in imprese. Slongo sa che, watt più o watt meno, Nibali - come tutti i grandi campioni - non è mai andato a una corsa per allenarsi, per prepararsi a quella dopo. Se attacca il numero sulla schiena è perché pensa, crede, o spera, di potere vincere. E sabato a Malaga, prima tappa della Vuelta, il siciliano non si attaccherà sulla schiena un numero qualsiasi, ma l’1. L’obiettivo, non proclamato ma realistico, è quello di passare senza grosse perdite la prima settimana, stare bene nella seconda per poi dare tutto nella terza e decisiva parte della corsa spagnola. E che questo sia il piano di battaglia lo si capisce anche dalle seguenti dichiarazi­oni. «Le condizioni di Vincenzo sono in costante migliorame­nto - afferma Slongo -. Oggi (ieri, ndr) ha fatto un buonissimo allenament­o d’intensità. I progressi si vedono giorno per giorno». Ma cosa vuole dire «buonissimo allenament­o d’intensità»? «Che Nibali ha fatto un allenament­o di quattro ore con dentro sei salite di 5-6 chilometri alternando soglia bassa e soglia alta». Roba vera, tosta, praticamen­te a ritmo gara che se non hai già un’ottima base ti sogni ti potere fare.

LE PRIME TAPPE Eppure questa Vuelta per Nibali non è una corsa come un’altra. Il 19 luglio, 12a tappa del Tour, s’è rotto una vertebra, conseguenz­a di una caduta (per colpa di uno spettatore) scalando l’Alpe d’Huez. Il 31 è stato operato a Milano. Il grande obiettivo è essere al top della condizione per il Mondiale e per riuscirci il cammino giusto passa dalla Spagna. «Vincenzo ha ancora ALLENATORE BAHRAIN-MERIDA qualche fastidio più che sopportabi­le in zona lombare prosegue l’allenatore - ma una roba minima. Non ha più la sensazione di ago piantato nella schiena. Poi oltre a Pallini (il massaggiat­ore, ndr) in Spagna con noi ci sarà anche Carretta (l’osteopata, ndr). Siamo preparati bene». Dal clan Bahrain traspare appunto un certo ottimismo. Il capitano della squadra, l’uomo da classifica, in teoria dovrebbe essere Ion Izagirre (che con il fratello Gorka a fine stagione cambierà squadra: Uae-Emirates e Sky i due team candidati). Ma in fondo a Izagirre capitano forse fino in fondo non ci crede nessuno. «Noi (e intende Nibali, ndr) partiamo senza stress - conclude Slongo -. Ma nemmeno andiamo alla Vuelta per staccarci. Proviamo a tenere duro, eccome. Poi, se dopo le prime tappe vedremo che il distacco è enorme e che ci sono troppi corridori più forti... beh allora anche in ottica Mondiale penseremo alla tappe. A quel punto sarebbe inutile accumulare fatica».

Si, ma solo a quel punto. Nibali domani parte per Malaga con un obiettivo: provare a rivincere la Vuelta. Che non sarà il Tour, ma che è una grande corsa.

«PARTIAMO SENZA STRESS MA NON CI STACCHIAMO. TENIAMO DURO»

PAOLO SLONGO

 ??  ?? Sopra: l’allenatore Paolo Slongo, 46 anni, con Vincenzo Nibali, 33 ann. Sotto: la vittoria ad Andorra, terza tappa della Vuelta 2017. A destra: a terra dolorante sull’Alpe d’Huez BETTINI
Sopra: l’allenatore Paolo Slongo, 46 anni, con Vincenzo Nibali, 33 ann. Sotto: la vittoria ad Andorra, terza tappa della Vuelta 2017. A destra: a terra dolorante sull’Alpe d’Huez BETTINI
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