Andiamo al massimo Un solo re: 2019 anno della svolta?
●Joshua-Povetkin e poi Wilder-Fury: i vincitori potrebbero finalmente unificare il titolo
Il matrimonio, per ora, non s’ha da fare. Wilder ci ha provato, è salito su un aereo per Belfast con la giustificazione bell’e pronta di assistere a bordo ring al secondo match di Tyson Fury dopo il lungo stop di due anni e mezzo e firmare il contratto per la loro sfida iridata, però in cuor suo sperava che il viaggio segnasse sotto traccia un rilancio della trattativa per la riunificazione di tutte le cinture dei massimi nella sfida stellare con Anthony Joshua (campione Wba, Ibf, Wbo e Ibo, mentre «Bronze Bomber» è titolare per il Wbc). Niente da fare, ci sono stati abboccamenti, ma per il momento le distanze, soprattutto sulla spartizione del ricchissimo bottino generato dal giro d’affari di un match che manca dal novembre 1999 (allora Lennox Lewis batté Holyfield e divenne l’ultimo campione in solitaria della categoria regina), rimangono insormontabili.
IL POLLO Non che la presenza di Wilder in Nord Irlanda sia passata inosservata prima, durante e dopo l’incontro di Fury. Gira un video in cui il campione dei medi Wbo, Billy Joe Saunders, gli tira un mezzo pollo arrosto in un fast food accusandolo di essere ra zzista, prim a che l’entourage dell’americano lo allontani. Poi Wilder si è presentato alle operazioni di peso della vigilia cercando lo scontro verbale e fisico con il padre di Fury, John, e gridando oscenità all’ex iridato britannico, prima di palesarsi al match dotato di videocamera: alla fine è salito sul ring, ha scambiato qualche occhiata in cagnesco con Tyson mentre si promettevano il reciproco k.o. e ha confermato che saranno rivali per il titolo mondiale. Nei prossimi giorni Frank Warren, manager di Fury, annuncerà sede e data, ma tutti gli indizi portano al 17 novembre a Las Vegas. Insomma, senza possibilità per adesso di arrivare al l’inglese più forte, cioè Joshua, Deontay deve accontentarsi di quello di scorta, anche se l’incrocio tra due pugili imbattuti, agonisticamente feroci e picchiatori temibili promette scintille, togliendo il tappo ai tatticismi che accompagnano sempre la presenza di almeno cinque sigle iridate e avvicinando davvero la tanto attesa riunificazione, che a questo punto dovrebbe compiersi nel 2019.
POSIZIONE DI FORZA In pratica Wilder contro Fury, cintura Wbc in palio, potrebbe valere come una seconda semifinale verso la corona unica (il condizionale non può mai mancare quando in ballo ci sono decine di milioni di euro), con la prima fissata il 22 settembre a Wembley, quando Joshua difenderà i suoi quattro titoli dall’assalto di Alexander Povetkin, già iridato tra il 2011 e il 2013, olimpionico pure lui (nel 2004: in semifinale batté Cammarelle, che poi venne grassato dall’inglese nella finale del 2012) e in carriera battuto solo da Wladimir Klitschko. Anthony può gestire la situazione da una posizione di forza, non solo per la quaterna di corone, ma soprattutto perché è di gran lunga il peso massimo che produce più ricchezza, oltre che un inavvicinabile eroe sportivo in Gran Bretagna, come dimostrano i 90.000 biglietti ancora una volta venduti in appena due giorni per il match contro il russo. Che gli è stato imposto dalla Wba come sfidante ufficiale, e che lui ha intelligentemente accettato per non perdere il titolo dell’ente, tenendo in conto anche il valore del rivale, capace, in caso di un’altra prevedibile vittoria (al momento data 8/1 dai bookmaker), di impreziosirgli prima il portafoglio e poi il palmarès. Perché Povetkin sarà declinante (nel 2016 è stato coinvolto pure nel caso meldonium), però è un avversario solido, roccioso, senza paura e con l’esperienza di grandi match alle spalle. E infatti Joshua, nella prima conferenza stampa di presentazione a luglio, ha usato parole al miele: «Sarà un grande sfidante, con un pedigree eccellente, un guerriero da sempre abituato a combattere con gente più alta di lui e a vincere. Dovrò prepararmi con scrupolo, senza pensare al futuro».
IL SOGNO Facile a dirsi, difficile da immaginarsi: malgrado le oggettive difficoltà dell’incontro e l’imprevedibilità della boxe, che può cambiare i destini con un solo pugno, la strada sembra già segnata, e cioè Joshua vince e aspetta l’esito del crash tra Wilder e Fury. E poi finalmente si ragionerà di riunificazione, il sogno di tutti, con una possibile data già fissata: il 13 aprile 2019, quando Anthony da contratto disputerà il secondo match alla Wembley Arena. Certo, se l’avversario fosse Wilder, per
LA CHIAVE Joshua è in una posizione di forza: 4 cinture e giro d’affari milionario
Ci sarebbe già una data: il 13 aprile a Wembley per il match del secolo