Mandzukic più Khedira: coppia di duri per la Juve
●Allegri insiste sempre sui due Amici e utilissimi: così con loro saltano le gerarchie
Un filo robusto collega mezzala e centravanti, professore e lottatore, Sami e Mario. Non è solo quel broncio serioso, accennato nel tedesco e più pronunciato nel croato, ma è il modo in cui la coppia si mette sull’attenti davanti al generale: Sami Khedira e Mario Mandzukic sono due delle cose a cui Massimiliano Allegri non vuole rinunciare in questa vita. Pazienza se il mercato della Juve sforni sorprese sempre più grandi, i due finiscono quasi sempre per giocare perché contengono tutto ciò che il tecnico chiede a questo gioco. Applicazione, rabbia, intelligenza, più l’ingrediente principale con cui Max guarnisce la torta: tecnica. Insomma, parlano la stessa lingua e non è solo il tedesco, imparato da Mandzu facendo a botte sui campi della Bundesli- ga: sono diventati amici anche per comunanza di spirito e carattere. Discreti nel privato, più utili che belli in campo, simili anche perché irrinunciabili. Una connection che fa saltare ogni gerarchia scritta su carta a inizio stagione, sin da quando arrivarono insieme nella stessa sessione di mercato. Correva l’anno 2015, la prima Juve di Allegri veniva smontata dopo la finale di Champions contro il Barcellona e servì un po’ perché mediana e attacco cambiassero pelle grazie a loro, uno ex Real e l’altro ex Atletico.
VIA IL BRONCIO Solo qualche settimana fa, davanti a una foto Social del truce Mario, in versione Vin Diesel anche in piscina, Sami osava rispondere: «Sorridi per una volta...». Ironia permessa a pochi, ma qui esiste un’amicizia sincera. L’estate ha regalato un Mondiale da incubo al tedesco, al contrario del croato, vicino alla Coppa come nessuno. Entrambi hanno passato parte dalla stagione a riflettere perché le loro strade potevano davvero separarsi: era reale la possibilità di lasciare Torino. Alla fine, hanno scelto di proseguire secondo il copione scritto per loro da Allegri. Del resto, Max ha sempre usato lo scudo per difenderli: quando può, elogia l’acume del tedesco, «un professore» del centrocampo perché gestisce se stesso e l’ecosistema intorno; sparge miele appena può anche sulla duttilità del lottatore Mandzukic, centravanti totale perché un tempo si spolmonava sulla fascia mentre adesso può servire da apriscatola per Ronaldo. Si era imposto su Morata, ha accompagnato l’ascensione verso il cielo di Dybala, ha convissuto felicemente con Higuain e tutto lascia pensare che adesso possa essere l’eletto nella corte di Cristiano. Del portoghese custodisce dolci ricordi soprattutto l’ex compagno in Blanco Khedira, titolare due volte su due in quest’alba di campionato. Il connazionale Emre Can scalpita alle spalle per scatenare dal primo minuto quel fisico da corazziere, ma al momento Max ha scelto la vecchia saggezza, le antiche certezze. Il risultato globale è che, dei quattro gol segnati dai bianconeri (escluso l’autogol del Chievo), la metà sono arrivati dalla coppia Khe-Mandzu. Non è certo un caso, anzi anche nell’anno I dell’era Ronaldo i due dovrebbero tirare via il broncio.
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IL NUMERO i gol segnati da Khedira (l’1-0 nel 3-2 in casa del Chievo) e Mandzukic (il 2-0 contro la Lazio) in questo inizio campionato