Berardi, «Fede» e Immobile tutti insieme Affascinante, ma rischioso
PORTOGALLO 4-3-3
ore 19.45 (20.45 in Italia)
TV diretta su Rai 1 INTERNET gazzetta.it F. Santos
22 Beto, 21 Cedric, 12 Claudio, 4 Neto,
5 Pedro Mendes, 8 Renato Sanches, 16 Bruno Fernandes, 15 Sergio Oliveira 23 Gedson Fernandes, 10 Rony Lopes, 18 Gelson Martins 17 Guedes nessuno nessuno
C.Ronaldo ARBITRO GUARDALINEE ARBITRI DI PORTA QUARTO UOMO
Se non altro Mancini è coerente con il manifesto programmatico della sua Nazionale. Si attacca sempre, si cerca il gol, a costo di rischiare. In effetti nelle prime quattro uscite azzurre i rischi non sono mancati e i gol subiti neanche, già sei, almeno uno a partita. Non ci sono sicurezze con il Portogallo, bisognerebbe essere nella testa del c.t., ma l’impressione è di essere davanti a due ipotesi. La prima, la più offensiva, con un tridente vero composto da Berardi, Immobile e Chiesa. La seconda, meno sbilanciata, con Bonaventura per Berardi a sinistra, e Chiesa spostato sull’altra fascia. Il reparto sarebbe in ogni caso rivoluzionato rispetto a quello visto all’inizio contro la Polonia – con Bernardeschi, Belotti e Insigne – ma sarebbero due interpretazioni molto diverse.
VERSIONE OFFENSIVA Oltre che inedito, l’attacco con Berardi, Immobile e Chiesa potrebbe sì spaventare la difesa portoghese, ma esporre la nostra difesa a grossi rischi. Se poi in mediana dovessero giocare Jorginho e Bonaventura, una mezzala adattata, come nel secondo tempo contro la Polonia, resterebbe un solo centrocampista marcatore, Gagliardini. Il dubbio è la sostenibilità di una formazione a trazione così anteriore. Toccherebbe a Chiesa sacrificarsi in copertura, costretto alla sfida diretta con Cancelo che è un terzino d’attacco. Ma anche Berardi dovrà sdoppiarsi: il suo inizio stagione nel Sassuolo è stato il più convincente da tempo.
VERSIONE EQUILIBRATA Meno rischi con l’ipotesi B, cioè un attacco composto da Chiesa (a destra), Immobile in mezzo e Bonaventura attaccante di sinistra, ruolo più naturale per lui che nasce esterno offensivo. Non solo il reparto sarebbe più equilibrato, ma al posto del milanista Mancini inserirebbe in mediana Benassi, in gran condizione: il fiorentino può offrire profondità e inserimenti, lasciando a Gagliardini il compito di assistere Jorginho.
GALLO SPERA Quello che al momento sembra scivolare in terza fila è Belotti, a meno che non spunti un 4-4-2. Era l’indiziato numero uno per il ruolo di centravanti, vista la condizione improponibile di Balotelli che, in azzurro, sembra essersi fermato alla bella prova con l’Arabia Saudita. Neanche il torinista è al massimo ma sta facendo bene in campionato e, subentrato a Balo, ha dato una scossa in fase di pressing e mobilità. Pur sbagliando appoggio, ha innescato Chiesa nell’azione del rigore. Invece oggi al centro dell’attacco ci sarà sicuramente Immobile, che non sta vivendo il suo momento migliore con la Lazio. Mancini dice di non aver ancora deciso, ma la presenza del laziale nella conferenza ufficiale è stata più di un indizio: «Da solo, a due oppure a tre per me è indifferente. È tutto nella mia testa. Che tu abbia un attaccante al fianco, oppure due, l’intesa dipende soltanto dalla determinazione, dalla grinta che ti consente di trovare l’affiatamento». Con Immobile, l’arma della ripartenza potrebbe essere sfruttata più facilmente. Il laziale è sempre stato titolare nelle due amichevoli di Di Biagio, ma aveva saltato il debutto di Mancini per infortunio. Non si può fare a meno di Chiesa che in azzurro non ha mai fallito, solo un po’ di timidezza contro l’Argentina a marzo, e contro la Polonia è stato decisivo. Il fiorentino aggredisce la fascia come pochi, creando superiorità col dribbling: contro l’Inghilterra si era già procurato un rigore prima di costringere Blaszczykowski al fallo in area. Destra o sinistra non è un problema. Lui gioca, Mancini conferma.
>Belotti sembrava sicuro del posto dopo il flop di Balo: Immobile è certo, il Gallo spera