NEL CALCIO L’INTELLIGENZA CONTA PIÙ DEI PIEDI
●L’attaccante morbido sui social dopo le dure critiche dall’ex c.t., ci va invece pesante il suo procuratore
EX C.T. DELLA NAZIONALE
«NON ROVINARE UN BEL GIORNO PENSANDO CHE IERI NE HAI AVUTO UNO PESSIMO. LASCIA ANDARE» IO SONO FORTE, E TU?
Ha fatto come fa spesso: non si è curato di lor, ma ha guardato ed è passato. Alla tastiera dello smartphone. «Lor» per Mario Balotelli non era tanto e solo Arrigo Sacchi, che aveva condito le critiche per la sua zoppicante (non solo in senso letterale) prestazione di Bologna con un caustico «nel calcio l’intelligenza conta più dei piedi». Al tackle sulle gambe dell’ex c.t aveva pensato Mino Raiola: «Sacchi ha dimostrato di non avere né intelligenza né classe. Non capisco perché ascoltino ancora uno che da un po’ di tempo è fuso e mi fa solo pena».
INSTAGRAM «Lor» per Balotelli è tutto il mondo che, secondo lui, continua a non capirlo. E che vuole continuare a tenere fuori dalla sua storia. Non quella su Instagram, aggiornata ieri
«Sono curioso di vedere l’Italia per capire se ha già assorbito la mentalità vincente di Mancini. Per il Portogallo è una gara importante: vogliamo arrivare alla fase finale della Nations League anche se abbiamo cambiato molto rispetto al Mondiale e mancherà Ronaldo». Parola di Nuno Gomes, 29 reti con la nazionale lusitana e un passato in A con la Fiorentina dal 2000 al 2002. A proposito di CR7 l’ex centravanti ha le idee chiare: «È il migliore al mondo e con lui in squadra la Juve è la favorita per la Champions. Ancora a secco? Deve imparare a conoscere il calcio italiano: da voi c’è molta tattica e le marcature sono più strette, ci sono meno spazi rispetto alla Liga ma appena si sblocca... segnerà a raffica. Nelle prime giornate era sempre al posto giusto, è mancata solo un po’ di fortuna».
VECCHI AMICI Sulla panchina azzurra è sbarcato Roberto Mancini, tecnico di Nuno alla Fiorentina: «Aveva appena smesso di giocare, ma si vedeva che avrebbe fatto una grande carriera, carismatico e competente come pochi. Puntava sul gioco d’attacco e il possesso palla. In allenamento si arrabbiava quando non ci venivano certe giocate. Mancio non capiva che non avevamo la sua mattina prima di andare a lavorare in palestra con citazione e foto di Denzel Washington: «Buongiorno. Non rovinare una buona giornata, pensando che ieri ne hai avuta una pessima. Lascia andare. Io sono forte e voi?». Una domanda lasciata lì a galleggiare nella Rete: quasi una riedizione aggiornata del famoso «Sono più uomo io di tutti voi messi assieme» che fu di Vieri. Solo che Bobo era un po’ più difficile da radiografare nei suoi difetti, per classe tra i piedi...». Gomes in quella Fiorentina faceva coppia con Enrico Chiesa, adesso in rampa di lancio c’è il figlio Federico: «È identico a suo padre. Davanti alla porta molto freddi, ma fanno un grande lavoro anche per la squadra in fase di non possesso pressando i difensori avversari. Può diventare più forte di Enrico. L’ho visto in tv contro la Polonia: uno come Chiesa deve essere titolare fisso dell’Italia».
CONSIGLIO Negli ultimi anni tanti portoghesi sono passati dalla Serie A tra luci («Mario Rui brilla a Napoli e si è meritato la nazionale») e ombre, su tutti Joao Mario: «In Italia non lo avete capito. I tifosi l’hanno caricato di troppe pressioni e l’Inter attraversava anni difficili, ma resta un fuoriclasse. Ha una classe superiore agli altri e piedi meravigliosi. Ha solo bisogno di giocare e sentire la fiducia dell’ambiente per rendere al meglio». quello che faceva e dava in campo con altra continuità. E sicuramente a lui non restava appiccicato addosso il dubbio che invece Balotelli continua a suscitare: di Mario si parla come imprescindibile per questa Nazionale quando non c’è, perché poi quando c’è fatica a reggere quel ruolo, e il peso che si porta dietro. Forse, in questo momento storico, anche il peso che legge quando sale sulla bilancia. Mancini, almeno pubblicamente, l’ha detto sorridendo, qualche giorno fa: «Sarà dimagrito otto grammi». Il problema è che non basteranno neanche otto etti, e tanto meno la pazienza del c.t.: non sarà eterna. Di questo deve preoccuparsi Balotelli, più che delle parole di Arrigo Sacchi. «E’ stato un grande allenatore, ma con Mario stavolta è stato troppo duro», lo ha difeso ancora ieri il Mancio, poco dopo aver cercato di spolverare sul nascere le tracce di un caso Balotelli: «Quando fai bene ti elogiano, SU INSTAGRAM
quando fai male ti criticano. Sono situazioni che fanno parte della vita di un calciatore, e Mario non ha bisogno di qualcuno che gli stia vicino e che lo aiuti».
IN PALESTRA Forse avrebbe aggiunto volentieri: ha bisogno di aiutarsi da solo. Frase che peraltro è passata sulla bocca di tutti gli ultimi c.t. della Nazionale. Mancini, che ha voluto che Balotelli rimanesse in gruppo pur con i suoi muscoli prova- AGENTE DI BALOTELLI
ti e anche se stasera al massimo andrà in panchina, in cuor suo pensa di averlo fatto pure venerdì, facendolo giocare titolare contro la Polonia. Anche se il dibattito è già sorto spontaneo: meglio dare comunque minuti ad un giocatore che deve trovare la condizione o meglio invece preservarlo da brutte figure, lasciando al club il compito di portarlo più vicino al top? Fra un mese, in base ai responsi dei test fisici e del campo, sarà più facile rispondere.
MARIO BALOTELLI
SACCHI NON HA NÉ INTELLIGENZA NÉ CLASSE MI FA SOLO PENA
MINO RAIOLA
Può anche darsi, come dice Mancini, che Sacchi sia «stato un po’ duro con Balotelli», ma quello di Arrigo era un accorato appello per il bene di Mario e della Nazionale. A Raiola vogliamo soltanto ricordare che quello che Sacchi ha fatto per il calcio italiano meriterebbe più rispetto. Le parole del procuratore di Balo sono inaccettabili.