Gli intoccabili
Nainggolan e altri tre sempre protagonisti L’Inter fissa i punti Champions
Il tecnico l’ha già >dimostrato in passato: sì al turnover, ma con alcune eccezioni
Il croato unico a >garantire qualità, lo slovacco è il mix che Miranda e De Vrij non assicurano
●Ninja, Handanovic, Skriniar e Brozovic chiamati agli straordinari: a loro Spalletti non può rinunciare per ruolo e caratteristiche
Qui Al Capone c’entra poco, ma gli Intoccabili è titolo che ben si sposa con l’Inter di oggi. Del campionato e della Champions, intorno a questo si ragiona. Luciano Spalletti è lì con le figurine, le gira e le rigira, le scambia con altre, ne piazza qualcuna sulla Serie A e altre ancora sull’Europa. Ma a quattro di queste non può rinunciare. E non rinuncerà. Questione di caratteristiche, non solo di peso specifico. Handanovic, Skriniar, Brozovic e Nainggolan: piaccia o no, è l’asse su cui poggia questa Inter. Traduzione in termini pratici: per loro il decreto legge chiamato turnover, che entrerà in vigore dal prossimo fine settimana, avrà effetti ridottissimi, quasi nulli.
NINJA E BROZO Certo, le rotazioni, i doppi impegni, i calcoli. Ma Spalletti ha già dimostrato in passato di togliere molto poco volentieri dal campo i riferimenti della sua squadra. Filosofia rischiosa a lungo andare – il pericolo è il sovraccarico in termini di minutaggio dei calciatori interessati – ma che certamente ha un vantaggio nel breve-medio termine. L’esempio perfetto è Radja Nainggolan. Nel 2016-17, con Spalletti alla Roma, il Ninja mise insieme 53 partite stagionali, saltandone appena una ed entrando solo sei volte dalla panchina. Occhio: si giocava l’Europa League, gli avversari erano di livello più basso, qualche ragionamento poteva esser fatto con maggior leggerezza. Adesso c’è la Champions e voglia di scherzare ce n’è poca. Nainggolan è l’uomo squadra nerazzurro. È il giocatore che cambia la fisionomia del club, quello con più presenze in Champions (la famosa esperienza), che pochi mesi fa si giocava una semifinale con il Liverpool. E che nei quarti aveva contribuito a buttare fuori quel Barcellona che oggi gli ricapita davanti agli occhi con un’altra maglia. Sarà importante il ruolo che il Ninja giocherà in prima persona, gestendo i segnali di affaticamento. Ma in questo senso il fatto che abbia lasciato la nazionale non può non aiutare. La settimana di sosta lo porterà vicino al top della forma. «Da lui voglio più scatti», aveva detto Spalletti a Bologna. Con Parma e Tottenham il primo doppio carico di lavoro da sbrigare. Doppio lavoro che graverà anche sulle spalle di Brozovic. Magari a gennaio cambierà
qualcosa con il mercato. Ma per tre mesi e mezzo sarà full
immersion: l’Inter parla croato, unica lingua di qualità al centro del campo. Non c’è Gagliardini o Vecino che tenga. Non c’è Borja Valero, finito ai margini. Non c’è Asamoah, che ha altre caratteristiche: a chi chiedere qualità, se non a Brozovic?
HANDA E SKRI E a chi chiedere di parare, se non ad Handanovic? Troppo facile, perché l’Inter ha scelto di non intervenire nel ruolo, evitando dunque di mettere in competizione lo sloveno con un portiere di pari livello come quotazione. Una via diversa, rispetto al Perin-Szczesny in casa Juventus per intendersi. Competizione che in linea teorica avrebbe Skriniar. Ma lo slovacco – ieri sfortunato protagonista del rigore causato in nazionale contro l’Ucraina – è tanto così avanti a De Vrij e Miranda. Sta cambiando modo di giocare – il centrosinistra qualche problema glielo crea – ma in difesa è il più completo, velocità e distribuzione di palla che insieme né De Vrij né il Miranda «dimenticato» possono garantire. Non ha rivali, difficile vedere un’Inter senza di lui. Cosa, per intendersi, che potrebbe verificarsi con Perisic. Oppure con Icardi. Anzi: sarebbe accaduto già sabato con il Parma, se solo Lautaro non fosse infortunato (oggi i controlli al polpaccio). I quattro di cui sopra, invece, sarà bene accarezzarli per bene: se la Champions sarà anche una gioia e non solo una fatica, dipenderà da loro.