Napoli Ancelotti duro col «Ci serve autostima»
● Il tecnico carica la squadra: «Che rabbia a Genova, i ragazzi hanno capito la lezione. E vedrete un gioco sempre più verticale»
Un po’ d’ironia, che non guasta, e qualche battutina messa lì, giusto per restituire all’ambiente un tantino di buonumore. La sosta del campionato è servita, più che altro, a metabolizzare la pesante sconfitta di Genova, a rimettere insieme i cocci di una serata che ha scosso il popolo napoletano. I buoni propositi non sono in discussione, anche Carlo Ancelotti ne ha parlato alla vigilia. Lui stesso si aspetta una reazione della squadra, forte e decisa, dopo averla strigliata negli spogliatoi di Marassi. «Mi sono arrabbiato, certo. Credo che i ragazzi abbiano capito la lezione». Una rabbia che è durata il volgere di una notte. Dal giorno dopo, il tecnico ha cominciato ad analizzare i motivi del tonfo e, soprattutto, dove poter intervenire per rimettere a posto le cose. L’impressione è che non ci saranno grandi novità in formazione, Hamsik e Callejon rientreranno dopo aver ceduto i rispettivi posti a Diawara e Verdi, contro la Sampdoria. Una decisione che gli è costata parecchie critiche che lui ha evitato, accuratamente, di commentare. L’unico dubbio, probabilmente, riguarderà l’attacco, la scelta tra Milik e Mertens, con il polacco leggermente favorito. Il momento è particolare, il Napoli non può permettersi altre battute a vuoto se vuole competere con la Juventus. E l’avversario di questa sera richiede un impegno importante, la Fiorentina è reduce dalle sei reti rifilate al Chievo e vorrà capitalizzare al massimo la qualità dei suoi giovani attaccanti: Chiesa e Simeone saranno gli osservati speciali nell’anticipo della quarta giornata.
PICCOLI ERRORI Non avrà bonus da giocarsi, Ancelotti, la fiducia nei suoi confronti è totale, da parte della società e dei tifosi che in lui vedono la garanzia del progetto. Di certo, non ammetterà più quegli errori che hanno determinato la sconfitta di Genova e limitato il suo lavoro. «Di quella gara, solo l’approccio è stato buono. Poi, è mancata la reazione ed il controllo del gioco dopo l’1-0. Abbiamo preso tanti gol, ma anche meno tiri, quindi si è trattato di piccoli errori che ci sono costati più del normale. Dobbiamo alzare l’attenzione sui dettagli». Questioni che l’allenatore spera di aver sistemato per bene: altre sorprese non ne vuole. «La Fiorentina ha giocatori bravi e pericolosi. Dobbiamo concentrarci su quello che vogliamo fare noi come sempre, rispettando l’avversario per l’organizzazione che ha, rialziamo l’autostima».
ANCELOTTISMO E’ un neologismo sconosciuto ancora, a differenza del sarrismo, appena riconosciuto dalla Treccani. Ancelotti ci ha scherzato su spiegando il motivo per cui l’ancelottismo non esiste. «Da sempre le squadre di Sarri, come quelle di Guardiola, hanno avuto una filosofia di gioco precisa. La mia probabilmente, come quella di altri, non è legata ad una sola precisa identità. Mi piace il gioco corto, ma anche quello lungo, l’attacco come la difesa, in pressing. Il mio calcio è meno identificabile. Le mie idee non sono in contrapposizione. Ma piano piano costruiremo il gioco più in verticale, stiamo lavorando su questo».
LAPSUS Il Milan ricorre sempre nei pensieri di Carlo Ancelotti. «Ho letto che il Milan è l’ultima squadra per chilometri percorsi», ha detto sbalordendo tutti. In realtà, il riferimento era al Napoli che allena e guida con orgoglio. Voleva difendersi Ancelotti da una critica a parer suo immotivata perché i dati vanno interpretati e non solo letti in maniera «fredda». Di freddo c’è stato il clima che si è creato quando ha confuso il Napoli con il Milan, un gelo che si è sciolto con una risata collettiva.
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