Le streghe hanno il mago Bandinelli stende Venezia
●Due gol e un assist del centrocampista: il Benevento ruggisce Vecchi, secondo k.o. di fila: non bastano Geijo e Citro per la rimonta
Il Festival del cinema è finito da pochi giorni, ma la prima assoluta tra Venezia e Benevento (mai di fronte prima nella storia) assegna il suo Leone d’oro alla squadra di Cristian Bucchi, con Pippo Bandinelli miglior attore protagonista. Prima vittoria per una grande favorita e messaggi chiarissimi: il potenziale c’è. Ancora sconfitta invece la squadra di Vecchi, già caduta a Padova, comunque generosa nel finale.
IL PROTAGONISTA Due gol e un’incursione micidiale con assist a Tello per il 3-1. Così Bandinelli, 23 anni e un roseo futuro davanti, è uscito vincitore in una serata con temperatura e umidità da Emirati Arabi. Il centrocampista arrivato dal Sassuolo ha sbloccato la gara con un piatto di sinistro sul secondo palo a incrociare dopo un cross di Ricci dalla destra (con dedica alla splendida fidanzata Oriana facendo il cuoricino con le dita), e ha raddoppiato sempre di sinistro dal limite, scaraventando sul palo e poi in rete senza pensarci troppo una palla che vagava a 25 metri dalla porta. E nella ripresa, dopo che Geijo aveva riaperto la gara, ci ha pensato lo stesso Bandinelli a chiuderla con la giocata vincente per Tello che di piatto ha battuto Lezzerini.
BENEVENTO PADRONE Non è stato comunque per un singolo che il Benevento ha vinto. Seguita da 420 tifosi, la squadra di Bucchi ha dominato a centrocampo con Viola — unico reduce tra i titolari della promozione di due stagioni fa — a disegnare calcio, Tello a svariare su tutto il fronte e soprattutto con l’ispiratissimo Bandinelli. Un reparto già in forma campionato, malgrado l’assenza di Nocerino, rimasto in tribuna per precauzione. Da rivedere
gli altri, soprattutto una difesa che dopo i tre gol incassati dal Lecce ne ha presi altri due: troppi per una big. E poi l’attacco, con un Coda a mezzo servizio per un dolore al ginocchio accusato alla vigilia, ma comunque autore di giocate interessanti; poco incisivi i due esterni, con il solo Ricci in evidenza con il cross del primo gol. Ma è una squadra che ha bisogno di giocare, avendo fatto solo due gare di Coppa Italia e una di campionato, oltre all’amichevole di lusso (vinta) con la Roma.
VENEZIA TRASFORMATO Idem il Venezia, che Vecchi ha fatto ripartire sull’onda di Inzaghi, con un 3-5-2 che però non è più nelle corde della squadra. Per questo il tecnico ha cambiato più volte modulo, azzeccando soprattutto l’arretramento di Di Mariano. Se nel primo tempo l’unica emozione era stata un rigore invocato (respinta di Tello su tiro di Bruscagin) ma giustamente non concesso, il meglio s’è visto nella ripresa. Proprio il ragazzo di scuola Roma aveva ispirato il gol che in avvio di secondo tempo ha riaperto la gara: colpo di tacco per Garofalo, cross e colpo di testa di Pinato respinto da Puggioni, poi tap in vincente di Geijo. Il Venezia ha riaperto la partita, ma è stato freddato subito dopo da Tello. A quel punto Vecchi ha messo prima Citro (3-4-1-2 con Di Mariano trequartista), poi Marsura (4-2-4 con il neo entrato a sinistra e Di Mariano a destra), quindi Zigoni per il disperato assalto finale, quando Citro su rigore (fallo del disorientato Maggio sullo scatenato Di Mariano) aveva nuovamente riaperto la partita. E sarebbe stato 3-3 se nel recupero la girata di Marsura, dopo eccellente discesa di Di Mariano, non fosse finita in bocca a Puggioni. Ma sarebbe stato troppo, perché il Benevento in questo momento è una spanna sopra.