ICARDI È TORNATO ORA PUNTA QUOTA 110 GOL CON L’INTER
●Maurito scopre il gol da fuori, come vuole Spalletti. E ora punta a farne 110, come i milioni della clausola
San Siro forziere dei nerazzurri Nelle prime tre partite incassati la bellezza di sette milioni di euro
Ci sono serate che entrano di diritto nella storia, che chiudono un cerchio, che segnano l’inizio di una nuova era. E ci sono attimi così intensi, lunghi, pieni di significato, che sembrano infiniti e ti lasciano una sensazione di onnipotenza. Sei anni a rincorrerla in giro per l’Italia, a suon di gol e giornate storte. E tre mesi a immaginarla ogni notte, prima di addormentarsi. Poi finalmente arriva il giorno del grande incontro, talmente desiderato che non sai cosa aspettarti, perché nulla di ciò che immagini sarà mai uguale a quello che andrai a vivere. Mauro Icardi e la Champions, storia di un corteggiamento lungo diventato amore a prima vista. Sancito da quella volée da fuori area che è merce rara nel repertorio del capitano nerazzurro: solo 5 reti sulle 108 con l’Inter sono arrivate dalla distanza. Insomma, per rendere unica la sua prima notte tra le stelle, Maurito non ha badato a spese, ha indossato l’abito migliore – quello del leader goleador – e regalato agli oltre 64 mila «invitati» un momento di magia, omaggiandoli con una perla di rara bellezza, dai mille contenuti tecnici ed emotivi. «È stata una notte spettacolare – ha detto poi Icardi – e il pubblico è stato l’uomo in più, davvero fantastico».
ATTIMO FUGGENTE Il paradosso è che Maurito in quella posizione, dopo il cross di Asamoah, non ci sarebbe dovuto essere. O meglio, probabilmente non ci si sarebbe mai trovato senza un doppio blocco subito da Davies e Dier a metà campo pochi istanti prima dello sviluppo dell’azione. Perché lui è abituato a muoversi nell’area di rigore, ad attaccare la porta, a bruciare gli avversari sul tempo sfruttando la velocità del cross e la capacità di coordinarsi in una frazione di secondo. E invece si è ritrovato in ritardo per attaccare la profondità, piantandosi al limite e trasformando l’invito di Asamoah in un quadro capolavoro da esporre in una galleria d’arte. Buttando il corpo all’ingiù abbassandosi con la spalla sinistra e colpendo il pallone di mezzo collo esterno: palla in buca d’angolo, San Siro in delirio e Maurito di nuovo padrone dell’Inter, capitano non di una squadra, ma di un intero popolo. E col senno di poi probabilmente Icardi avrebbe barattato volentieri lo zero alla casella gol segnati in campionato dopo quattro giornate – quasi un unicum per lui – in cambio di un gol così, al debutto in Champions, nel salotto di casa sua. Una rete che ha cambiato la storia della sfida col Tottenham e forse anche della stagione dell’Inter.
NUOVA VITA Di sicuro potrà aiutare Spalletti a convincere ancor di più il suo capitano a giocare in maniera diversa. Mauro è un rapace da area di rigore, uno dei migliori al mondo negli ultimi sedici metri. Ma il suo allenatore lo vorrebbe più partecipe alla manovra e meno statico lì davanti, per non dare punti di riferimento alle difese avversarie: «Chiedete a un difensore se è meglio marcare un giocatore che sta lì fermo o uno che una volta lo trovi in area e quella dopo non lo vedi più», ha detto nelle scorse settimane Spalletti. E anche dopo il Tottenham ha insistito: «Certe cose deve farle più spesso». Ma non si riferiva ai gol, chiaro. Piuttosto alla capacità di smarcarsi, di staccarsi dalla marcatura e magari cercare gloria anche da fuori area. Un po’ quello che chiedono oggi gli allenatori della Nba ai loro centro: piedi fuori dall’arco e via di tripla. Ecco, se Icardi riuscisse a diventare una minaccia anche dalla distanza, farebbe il definitivo salto di qualità. Oggi Maurito è a meno due gol dai 110 in nerazzurro che spera di raggiungere già sabato sera contro la sua ex Sampdoria, per mettere la lode a una settimana già così straordinaria. Tutti elementi fondamentali per rendere ancor più solide le basi con cui tornare poi a parlare col club di rinnovo. Perché in casa Inter 110 è anche il numero della paura, con quella clausola rescissoria da 110 milioni di euro presente nel contratto di Icardi. Una cifra che non spaventa i top club, specie se Mauro dovesse confermarsi implacabile anche in Champions. Ma questa è un’altra storia. Ora testa al campionato: Maurito è tornato.