In principio c’era il Dybaldo Ora regna il Ronaldeschi
In principio era Dybaldo, creatura mitologica nata dall’unione di Dybala e Ronaldo, meritevole persino di una pagina Instagram che ha più di 70 mila seguaci. Adesso è il momento del Ronaldeschi, metà Ronaldo e metà Bernardeschi, meno appeal sui social e pure meno seguaci ma più efficace in campo in questo inizio di stagione. Il feeling tra Dybala e Ronaldo è stato immediato, complice anche la condivisione dei primi giorni di Juventus (tutti e due hanno iniziato ad allenarsi alla Continassa mentre il grosso della squadra era ancora in America), quello tra CR7 e Bernardeschi è frutto del tempo e della frequentazione.
MODELLO Federico è ronaldiano da tempi non sospetti: già nel 2011 si schierò dalla parte del portoghese nell’eterno duello con Leo Messi. Qualche anno dopo, quando indossava il Viola, dichiarò in un’intervista: «Mi ispiro a Cristiano Ronaldo che ha costruito il suo talento con l’etica del lavoro». Cris per Bernardeschi è anche un modello di poliedricità: «Ha ricoperto diversi ruoli in passato, ma poi con l’evoluzione del suo calcio si è ritrovato a giocare più possibile davanti alla porta per sfruttare quelle sue doti enormi di realizzatore», ha spiegato subito dopo lo sbarco a Torino del fenomeno, emozionato e felice all’idea di poter giocare con lui.
AFFINITÀ Ronaldo ci ha messo
poco a prenderlo sotto la sua ala protettrice. In campo parlano una lingua molto simile e fuori hanno scoperto di avere tante cose in comune: estrosi nel modo di vestire, maniaci della forma fisica e amanti della palestra, innamorati dei bambini. Ronaldo ha quattro figli che coccola giornalmente, Bernardeschi ha due nipotine (figlie della sorella Gaia), da cui scappa ogni volta che può. Capita che i due si vedano anche fuori dal campo, nella tranquillità di una serata casalinga. Cris lo considera un fratellino minore, per Federico è un modello da seguire in toto. A Valencia dopo l’espulsione FB33 è stato il primo ad andare a consolarlo. Mentre Ronaldo usciva dal campo in lacrime, lui gli ripeteva «Sei il numero uno».