Tardelli certo «Grande pure a centrocampo Max ci crede»
●Il super ex: «Molto maturato, se impara i tempi può diventare un top in mezzo»
Marco Tardelli sa essere deciso anche quando non urla. Se gli si chiede di commentare l’evoluzione di Bernardeschi – un simbolo della Juve che valuta un possibile simbolo della Juve – non usa giri di parole: «Federico è maturato molto ma a Torino funziona per forza così. Alla Juve se non maturi non puoi stare». Ha ragione, ma Bernardeschi di questi tempi lascia un po’ incerti, senza riferimenti: non si capisce quale sia la sua traiettoria, quanto e come possa crescere. Tardelli può essere la persona giusta per spiegarlo non solo perché ieri ha aggiunto un anno alla carta d’identità – adesso sono 64, l’età della saggezza non è lontana – ma perché il centrocampo della Juve negli Anni 70 e 80 è stato (anche) in mano sua. Bernardeschi si sta avvicinando a lui: sembra poter diventare una mezzala, non più un attaccante che sa difendere ma un centrocampista che sa inserirsi.
Subito le due domande chiave. Primo: Bernardeschi può diventare uno dei giocatori a cui affidare la Nazionale?
«Calma, non mettiamogli pressione, anche se sì, qualcosa si può dire: è già un giocatore importante».
Secondo: può diventare davvero un grande centrocampista?
«Secondo me sì, se capisce i movimenti e i tempi del ruolo può diventarlo. O almeno, a me piacerebbe molto».
Che cosa gli manca per il salto di qualità?
«E’ cambiato fisicamente, ha più forza, ma per me un centrocampista è il giocatore che difende e offende, attacca e difende. Probabilmente gli mancano i tempi della vera mezzala, in fase difensiva, forse anche in attacco. Sono piccoli dettagli ma contano: capire i momenti della partita, quando dare la palla e quando tenerla, quando rallentare e quando accelerare. Una volta ne ho parlato anche con Allegri».
Cosa vi siete detti?
«Gli ho chiesto se davvero Federico potesse diventare un centrocampista di alto livello, lui mi ha risposto che stavano cercando di capirlo. “Secondo me sì”, mi ha detto alla fine».
In questo ultimo mese Bernardeschi sembra un altro giocatore. Al di là del ruolo, che cosa si vede nel suo futuro?
«Vorrei che diventasse un titolare della Juve. Ora entra spesso e cambia la partita ma lui non può essere solo questo. In fondo ha anche molte qualità, mi sembra un giocatore moderno, difficile da paragonare a qualcuno del passato proprio perché gioca come si fa ora».
Da che cosa lo si vede?
«Direi dalla combinazione tra qualità e adattabilità. Può giocare in tanti ruoli ma ovunque porta la stessa capacità di fare la differenza con la tecnica».
A proposito di «ovunque», è d’accordo con i tanti che pensano di non rivederlo mai più largo a destra, centrocampista a tutta fascia come nella Fiorentina di Paulo Sousa?
«No, non è detto. Tutto dipenderà da Allegri: se lo vedrà lì, lo farà giocare anche largo».
Però l’intesa con Cristiano Ronaldo sembra troppo elevata per non prevedere una certa vicinanza…
«Sì, ma con Ronaldo è facile. E’ difficile non intendersi con uno così… Io però nel dubbio confermo: decide Allegri che secondo me è la persona giusta. Pochi sono capaci di migliorare un calciatore di 24-25 anni come Max».
E quanti giocatori di 24-25 anni ci sono come Bernardeschi?
«Pochi. Diciamo che se parliamo dei due-tre giocatori emergenti più interessanti d’Italia, Federico non può mancare».