Drudi e Agostini, caschi e amarcord «Come guerrieri»
●Il designer e il campione spiegano 40 anni di livree da corsa: «Colorati in pista per esorcizzare la paura»
«Tu, Giacomo, hai fregato tutti noi designer quando hai colorato il tuo casco con il tricolore. Perché così ci hai limitati nelle nostre idee». Aldo Drudi se la prende scherzosamente con Giacomo Agostini, il 15 volte campione del mondo («Ma ho anche 18 titoli italiani, solo che non se lo ricorda mai nessuno») che, alla vigilia del suo ritorno in moto per la rievocazione della Trento-Bondone, non ha voluto mancare all’apertura di «Drudi Performance – Livree da corsa», la splendida mostra che racconta i quasi 40 anni di lavoro del designer romagnolo: una rassegna ospitata a Palazzo delle Albere, incentrata molto attorno SULLO SPAGNOLO alla figura di Valentino Rossi (ci sono tutti i caschi realizzati da Drudi per il 9 volte iridato), ma che vede nelle nove sale anche livree speciali della Yamaha, l’Aprilia di Aleix Espargaro con il casco dedicato a Marco Pantani, la Moto E del team Gresini, i caschi di tanti campioni del mondo e quello di Marco Simoncelli, le fotografie di Gigi Soldano, di Tino Martino e Alex Farinelli, che con lui compongono il gruppo Milagro, e quelle di Mirco Lazzari. «Noi italiani abbiamo un gusto particolare per il bello, come racconta anche questo splendido palazzo – spiega Drudi – e abbiamo provato a tradurlo anche nello sport, colorando caschi, moto, persino le piste. Per i piloti, poi, raccontarsi sul casco, dipingerlo, è un modo di esorcizzare la paura e allo stesso tempo impressionare il rivale, come accadeva nell’antichità con i guerrieri».
MARQUEZ ARRIVA FRESCO COME UNA ROSA. IO L’AVREI FATTO SUDARE...
GIACOMO AGOSTINI
STORIA DI FAMIGLIA Drudi ha cominciato a realizzare la grafica dei caschi con Graziano Rossi, papà di Valentino. E non ha mai smesso. «I Drudi e i Rosquello