«Ai club 500 milioni in più: investiteli per nuovi stadi»
●Il vicepresidente di Sky: «Quest’anno abbiamo versato mezzo miliardo in più Spero non si spendano tutti per i giocatori»
Nuove piattaforme digitali: calcio e sport proiettati verso il futuro, ma mentre si evolve la tecnologia e aumentano gli incassi per i diritti tv parallelamente non cresce il modello manageriale italiano che nel calcio mostra i suoi limiti. Su questo hanno concordato i rappresentanti dei maggiori New Media riuniti al Festival dello Sport per parlare sul tema “Storia di una svolta, riflettori sul futuro”, coordinati nel dibattito dal nostro Marco Iaria, che è partito da un dato, forse il più eclatante: dal 1960 a oggi i diritti tv per il calcio sono passati da 800 mila euro (il dato rapportato al valore attuale) a 1,4 miliardi.
SOLO GIOCATORI Si è parlato di modalità di fruizione, ma è emerso anche in maniera chiara l’inadeguatezza nelle risposte del mondo del calcio italiano. «Fra Serie A e Champions in questa stagione ai club sono arrivati circa 500 milioni in più di euro di nostri investimenti, mi auguro che non vengano spesi solo in giocatori, come fatto finora, ma anche in stadi», ha detto Davide Tesoro Tess, vicepresidente esecutivo di SkyItalia, responsabile strategie e sviluppo nuovi business. Ancora più duro Marco Giordani, a.d. di RTI-Mediaset che - dopo essersi espresso in maniera entusiastica sui risultati del Mondiale russo mandato in chiaro («Un successo pazzesco: 300 milioni di telespettatori, l’evento più visto nella storia della TV italiana») - ha sottolineato: «Il sistema non ha aiutato, penso alla pirateria, e il giocattolo calcio rischia di rompersi. Per questo ci siamo tirati fuori dal bando per i diritti. Una scelta ponderata già dal 2015. Del resto basta vedere il ‘pre’ di una partita di Premier o di Liga per notare le notevoli differenze col prodotto italiano, per nulla curato». L’esser fuori dal giro consente a Giordani di non avere peli sulla lingua: «Lo sviluppo delle tecnologia non è un problema per i grandi gruppi qui riuniti a discutere, ma manca un modello di sistema del produttore italiano. E le risposte della Lega su certi discorsi sono imbarazzanti».
GIOVANI E OLIMPIADI Riflettori puntati anche su Dazn, la piattaforma web sbarcata da poco in Italia. «Vogliamo rendere più democratico l’accesso ai contenuti sportivi offrendo i nostri servizi in streaming su qualsiasi dispositivo connesso. E investiremo in nostre produzioni, con contenuti speciali costruiti apposta per i giovani», ha dichiarato Veronica Diquattro, vicepresidente esecutivo di Dazn Italia. Pure Discovery ha la sua piattaforma OTT, Eurosport Player, accanto ai canali tv tradizionali. «Come media operator delle Olimpiadi abbiamo la mission di avvicinare i giovani che oggi praticano meno lo sport», ha spiegato Alessandro Araimo, a.d. di Discovery Italia. E questo è un dato inquietante.
L’AFFONDO Giordani (a.d. di RTI-Mediaset): «Manca un modello di sistema. E le risposte della Lega sono imbarazzanti»