La Gazzetta dello Sport

Rincon il duro dal cuore grande Il Toro di Mazzarri ha un insostitui­bile

●Equilibrat­ore, generoso e uomo spogliatoi­o In mezzo al campo il tecnico non rinuncia mai a lui

- Filippo Grimaldi

Il mito del General nasce qui: 27 marzo 2010, 27ª giornata della Bundesliga, stagione 2009-10. Si affrontano Schalke 04 e Amburgo: il bomber di casa Kevin Kuranyi calcia a rete a colpo sicuro, ma sulla sua strada trova Tomas Rincon, all’epoca terzino destro, che compie un recupero miracoloso. Respinge di tacco in scivolata il tiro dell’attaccante tedesco, manda la palla sul palo e mentre questa carambola in rete lui, ormai a terra, la blocca sulla riga con la testa. Un filmato divenuto storico in Germania. Quel giorno i tifosi dell’Amburgo coniarono per lui il soprannome di Tomas «Lowenherz», «cuor di leone», riprodotto su uno striscione che venne esposto in tutti gli stadi della Germania. Questo è Rincon, che da quando giocava nelle giovanili del l’Union Atletico Maracaibo, a quindici anni, ha sempre avuto come missione quella di andare oltre i propri limiti. È fatto così: mollare mai, lottare sempre, uno di quei giocatori che Walter Mazzarri predilige e che lui ha sempre avuto nelle sue rose in passato. MULTIRUOLO A Genova, sponda rossoblù, Tomas ha fatto il multiruolo, sempre con la solita tenacia ed efficacia, con l’unico neo, se così si può dire, di essere sempre stato poco concreto in fase realizzati­va: 3 gol in altrettant­e stagioni al Genoa, tutti nel 2015-16, 2 l’anno scorso al Toro, uno quest’anno in campionato al Frosinone, un altro in coppa Italia al Cosenza: che sia la stagione giusta per battere il suo primato? Se in campo ringhia, fuori non ha mai fatto sfoggio della sua grandezza, neppure quando approdò alla Juventus (con grande rammarico della Roma) e si mise lì a fare il suo sporco lavoro in mezzo al campo, senza grandi atteggiame­nti da General. Gasperini è l’uomo che più di tutti da quando è arrivato in Europa lo ha plasmato, completand­olo come calciatore. Tomas ha fatto il resto: un duro vero, uno che non tira indietro la gamba neppure nelle partitelle in famiglia al Filadelfia, ma pure uno maledettam­ente vero, autoironic­o, casinaro quando serve. Meglio, però, averlo come compagno che da avversario.

FEDELISSIM­I Quest’anno Mazzarri ha cambiato tanto ma Rincon (a parte la panchina di Udine, dovuta al tardivo rientro dalla nazionale) ha sempre giocato. Mazzarri ha sempre avuto un General in squadra: a Livorno nel 2003 Protti, a Reggio Calabria c’era Giacomo Tedesco, alla Samp il simbolo Palombo, al Napoli Gargano, all’Inter Cambiasso. Qui, appunto, El General. Figurarsi quindi se mai il Torino avrebbe potuto prendere in consideraz­ione la ghiotta offerta sul piano economico, con plusvalenz­a garantita, che in chiusura del mercato estivo era arrivata da un club degli Emirati Arabi. Non era l’ora, né per il club né per il giocatore, di pensare a una scelta di questo tipo. Rincon ha ancora molto da dare e da fare. In questo Toro che sta crescendo, ambizioso ma realista, è un elemento fondamenta­le per trasmetter­e sicurezza ai più giovani, cancelland­o le loro paure. Normale, per uno che in tempi non sospetti, era il 2011, in una sfida contro l’Argentina mise il bavaglio a Messi in campo e con le parole. In una mediana che sta cambiando, dove Mazzarri cerca di alternare forze fresche ad antiche certezze, con gli esterni che ruotano di continuo, Rincon è un intoccabil­e. Bisognerà vedere ora cosa Mazzarri vorrà fare a Bologna, visto che Tomas rientrerà al Filadelfia soltanto giovedì dall’impegno con la nazionale, con poco tempo per preparare la sfida alla squadra di Filippo Inzaghi.

 ?? LAPRESSE ?? EL GENERAL Tomàs Rincon, 30 anni, centrocamp­ista, è alla sua seconda stagione al Torino che lo acquistò nell’estate 2017 dalla Juventus. Ha un contratto fino al 2021
LAPRESSE EL GENERAL Tomàs Rincon, 30 anni, centrocamp­ista, è alla sua seconda stagione al Torino che lo acquistò nell’estate 2017 dalla Juventus. Ha un contratto fino al 2021

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