SCHUMI JR E IL CORAGGIO DI SEGUIRE PAPÀ
Il figlio del pluricampione di F.1 vince la F.3 europea
Chissà che cosa direbbe Michael Schumacher se in quel maledetto 29 dicembre 2013 il suo cervello non si fosse spento. Sarebbe orgoglioso di questo ragazzo che dalla mamma ha ereditato sembianze, modi educati e timidezza, ma dal papà il piede pesante e lo spirito competitivo. Nel suo piccolo, Mick, secondogenito del campionissimo, ha già compiuto un’impresa: ha avuto il coraggio di seguire le orme di un monumento delle corse e ha perseverato malgrado avesse compreso che papà dopo Meribel non avrebbe più potuto fornirgli i suoi preziosi consigli e in qualche modo proteggerlo. Costretto a crescere in fretta, Mick è riuscito a mantenere una serenità interiore e un equilibrio tale da consentirgli ad esempio di ribaltare un campionato, la F.3 europea, che in piena estate sembrava perso. Sino a Spa (27-28 luglio) la sua stagione è stata poco più che dignitosa: un paio di podi, zero vittorie, qualche piazzamento. Poi da quel fine settimana è scattato qualcosa, il tedeschino che è nato e vive in Svizzera, ha cambiato marcia, vincendo otto corse su 15. Sino al titolo europeo conquistato sotto lo sguardo di Corinna, «costretta» a rivivere stress e ansie già provate accanto al marito.
Qualcuno, a partire dal rivale Dave Ticktum, ha provato a insinuare che la svolta sia stata legata a un aiutino esterno fatto di cavalli in più (in realtà si corre tutta la stagione con lo stesso motore sigillato). Mick dovrà farci l’abitudine a sospetti, cattiverie, etichette e combatterle con la sola arma di cui dispone: i risultati. Intanto, saggiamente consigliato da Sabine Kehm e da Jean Todt, che è diventato il primo sostegno della famiglia, ha evitato di cedere alle sirene della F.1 per crescere con calma in F.2 sempre seguito (salvo sorprese) da un team esperto come la nostra Prema - a proposito è stato bello vedere festeggiare insieme italiani e tedeschi della Mercedes, che gli forniscono il motore, sotto il podio e sotto lo sguardo benevolo di tanti padrini: da Stefano Domenicali, presidente di Lamborghini, che non ha voluto mancare a Hockenheim, a Ross Brawn, che ha speso parole dolci per questo suo figlioccio, durante il Festival di Trento, così come Jean Alesi che ha condiviso con gli Schumacher, padre e figlio, le trasferte ai tempi del kart. Il nome che porta potrà aprirgli diverse porte, con i tifosi che auspicano già un suo passaggio alla Ferrari, ma il resto dovrà guadagnarselo. Intanto noi ci godiamo il duello a distanza col più giovane cugino David, figlio di Ralf, che ha appena conquistato il titolo dei debuttanti nella F.4 tedesca e la consapevolezza che la dinastia Schumacher pare destinata a continuare.