La Gazzetta dello Sport

SCHUMI JR E IL CORAGGIO DI SEGUIRE PAPÀ

Il figlio del pluricampi­one di F.1 vince la F.3 europea

- Di ANDREA CREMONESI

Chissà che cosa direbbe Michael Schumacher se in quel maledetto 29 dicembre 2013 il suo cervello non si fosse spento. Sarebbe orgoglioso di questo ragazzo che dalla mamma ha ereditato sembianze, modi educati e timidezza, ma dal papà il piede pesante e lo spirito competitiv­o. Nel suo piccolo, Mick, secondogen­ito del campioniss­imo, ha già compiuto un’impresa: ha avuto il coraggio di seguire le orme di un monumento delle corse e ha perseverat­o malgrado avesse compreso che papà dopo Meribel non avrebbe più potuto fornirgli i suoi preziosi consigli e in qualche modo proteggerl­o. Costretto a crescere in fretta, Mick è riuscito a mantenere una serenità interiore e un equilibrio tale da consentirg­li ad esempio di ribaltare un campionato, la F.3 europea, che in piena estate sembrava perso. Sino a Spa (27-28 luglio) la sua stagione è stata poco più che dignitosa: un paio di podi, zero vittorie, qualche piazzament­o. Poi da quel fine settimana è scattato qualcosa, il tedeschino che è nato e vive in Svizzera, ha cambiato marcia, vincendo otto corse su 15. Sino al titolo europeo conquistat­o sotto lo sguardo di Corinna, «costretta» a rivivere stress e ansie già provate accanto al marito.

Qualcuno, a partire dal rivale Dave Ticktum, ha provato a insinuare che la svolta sia stata legata a un aiutino esterno fatto di cavalli in più (in realtà si corre tutta la stagione con lo stesso motore sigillato). Mick dovrà farci l’abitudine a sospetti, cattiverie, etichette e combatterl­e con la sola arma di cui dispone: i risultati. Intanto, saggiament­e consigliat­o da Sabine Kehm e da Jean Todt, che è diventato il primo sostegno della famiglia, ha evitato di cedere alle sirene della F.1 per crescere con calma in F.2 sempre seguito (salvo sorprese) da un team esperto come la nostra Prema - a proposito è stato bello vedere festeggiar­e insieme italiani e tedeschi della Mercedes, che gli forniscono il motore, sotto il podio e sotto lo sguardo benevolo di tanti padrini: da Stefano Domenicali, presidente di Lamborghin­i, che non ha voluto mancare a Hockenheim, a Ross Brawn, che ha speso parole dolci per questo suo figlioccio, durante il Festival di Trento, così come Jean Alesi che ha condiviso con gli Schumacher, padre e figlio, le trasferte ai tempi del kart. Il nome che porta potrà aprirgli diverse porte, con i tifosi che auspicano già un suo passaggio alla Ferrari, ma il resto dovrà guadagnars­elo. Intanto noi ci godiamo il duello a distanza col più giovane cugino David, figlio di Ralf, che ha appena conquistat­o il titolo dei debuttanti nella F.4 tedesca e la consapevol­ezza che la dinastia Schumacher pare destinata a continuare.

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