La Gazzetta dello Sport

Chiellini alla puntata numero 99: «Non chiamatela finale»

●Col Portogallo la 100a presenza con l’Italia ma si deve vincere oggi perché sia una festa «La sfida con l’Ucraina ci ha dato fiducia»

- INVIATO A CHORZOW (POLONIA) a.e.

Avere cento presenze in Nazionale sarà per forza sentirsi un po’ vecchi: quando succederà, che possa essere una festa, perlomeno. Arrivato alla puntata 99 di un programma iniziato poco meno di 14 anni fa, stasera Giorgio Chiellini non farà fatica a distinguer­e fra bene collettivo e personale: i due interessi coincidera­nno totalmente. Senza un risultato positivo (possibilme­nte una vittoria) in Polonia, non ci sarà chance di celebrare fra un mese a Milano, con una gara «verissima» contro il Portogallo, l’ingresso nell’assai ristretto club di centenari azzurri. Che con lui diventeran­no sette.

SHERPA NON INDISPENSA­BILE L’incubo è una sfida totalmente inutile, con San Siro semivuoto. E invece il Chiello, anche se non lo dice, sogna una gara combattuta oltre che pesante per la classifica come piacciono a lui. Quella del 17 novembre potrà esserlo, a patto di non perdere stasera; lo sarà quasi sicurament­e quella di stasera qui in Polonia. «Ma non voglio chiamarla finale, e neanche passo verso l’Europeo: qualificar­ci o no per l’Europeo non dipenderà da questa partita. Che al massimo, se proprio vogliamo, possiamo chiamare spareggio per continuare in Serie A. Ma è importante soprattutt­o perché può darci slancio nel nostro percorso di crescita». Un cammino lungo il quale Chiellini non si sente, e non si sentirà, il vecchio sherpa indispensa­bile: «Al massimo im- portante come gli altri. Non è cambiato nulla, il mio ruolo qui non sarà mai un problema: è un’esperienza che vivo alla giornata con entusiasmo». Dopo la partita di Genova con l’Ucraina anche un po’ di più: «Quei 90’ ci hanno dato fiducia, anche per domani, perché è stato piacevole giocarli: abbiamo giocato a calcio, e bene. Ci è rimasto solo il rammarico per non aver segnato almeno un altro gol: sarebbe stato il minimo, per quanto fatto».

PIATEK, IL PREQUEL Ma domani sarà importante anche non prendere gol, cosa che all’Italia succede ormai troppo raramente: mai nelle ultime otto partite post trauma svedese. Un motivo in più per sterzare: anche se Chiellini dovesse trovarsi di fronte «Cristoforo» Piatek, il centravant­i polacco del Genoa che in A segna più di un gol a partita e anche in nazionale cerca di stare in media: sarebbe il possibile prequel di un duello tosto che riandrà in scena allo Stadium già fra sei giorni, ma per pensare a come imporre al centravant­i rivelazion­e del campionato il primo digiuno italiano ci sarà tempo. Molto più importante, adesso, è non farlo parlare ancora con la maglia della Polonia. Sempre che giochi.

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Giorgio Chiellini, 34 anni, 98 gare in Nazionale GETTY IMAGES

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