Sul Muro rinasce il vero Nibali Battaglia con Pinot e brindisi francese
● Sormano, - 47 km: lo Squalo fa saltare la corsa Come Vettel contro Hamilton, sul Civiglio gran duello con Thibaut, che lo stacca e trionfa. Vincenzo 2°: «Per la prima volta mi sono sentito io»
Le sei della sera. Provi a mettere insieme i pensieri, guardando l’incanto del lago di Como, e il riflesso dell’acqua restituisce due punti interrogativi grandi almeno quanto il rimpianto che si portano appresso: ma la stagione del grande ciclismo è proprio finita ieri? E Vincenzo Nibali deve davvero andare in vacanza? Un Lombardia straordinario è andato in archivio da poco e la sensazione – netta – è che non si muoverà dalla testa e dal cuore per un bel pezzo. Merito di un gigante come Thibaut Pinot: nell’Italia che tanto ama si è regalato, per distacco, il primo Monumento della carriera. E di uno Squalo immenso, secondo a meno di tre mesi dalla frattura vertebrale rimediata al Tour. «Il primo giorno in cui mi sono sentito davvero io. E’ stato come rinascere, sportivamente parlando. Ma non avrei firmato per il piazzamento, io volevo vincere. Ci speravo». Gli sono mancati trecento metri sul Civiglio, altrimenti chissà… Quei due erano già assieme sul podio del Tour 2014: Vincenzo primo, Pinot terzo. Che storia.
TAPPO Il Muro di Sormano. Un simbolo. Neppure due chilometri, ma pendenze fino al 27%. E’ lì che il tappo alla 112/ a edizione dell’ultimo monumento dell’anno, firmato Rcs Sport/Gazzetta, salta definitivamente. E’ lì che il Lombardia comincia a diventare bellissimo. «Così duro da essere unico»: 241 chilometri da Bergamo a Como, almeno 4.000 metri di dislivello. Il totem Ghisallo, il Civiglio, il «nuovo» Monte Olimpino – al posto del San Fermo – ai meno 3 dalla linea bianca. Ma la grafica in video dice che ne mancano 47,3 quando Vincenzo Nibali inizia a mordere. Nessuno meglio di lui può raccontare come è andata: «Si era già mosso Roglic – spiega il 33enne siciliano della