Dream Team show «Il segreto? Mai tirarsi indietro»
Lo spirito del Dream Team, un lungo filo ininterrotto di vittorie inaugurato nel 1992. Sul palco del Teatro Sociale è salita la storia del fioretto femminile azzurro, quello che dai Giochi di Barcellona ha vinto più di tutte le altre nazioni messe insieme, per medaglie olimpiche e mondiali. È l’orgoglio di Giovanna Trillini: «Quell’oro fu importante per me, ci arrivai da outsider perché 4 mesi prima mi ero rotta un crociato». È la forza di Valentina Vezzali: «Vedere l’esempio delle altre, il loro lavoro in palestra, mi ha mostrato come si fa». È quell’uragano di Elisa Di Francisca, pronta a tornare in Coppa ad Algeri dopo la maternità: «Ero una ragazzina, mi ritrovavo questi monumenti davanti, vedevo che, dopo ogni vittoria, tornavano in pedana ad allenarsi ancora più duramente». È la dolcezza di Alice Volpi, entrata in squadra due anni fa e già campionessa del mondo, pronta a raccogliere un testimone importante: «Sono un esempio, ho capito guardandole che ce la posso fare...» BOZZANI FORZA Il Dream Team azzurro, salutato all’inizio dell’incontro dal c.t. del calcio azzurro Roberto Mancini (di Jesi come Trillini, Vezzali e Di Francisca), è nelle storie di queste atlete così diverse per fisico, stile e mentalità. «Non è che ci sono segreti particolari dietro a questa serie di successi — rivela Giovanna Trillini, che dopo il ritiro è diventata maestra e ora segue Alice Volpi —, è che ci siamo trovate ad allenarci tra le più forti del mondo, che nessuna si è mai tirata indietro ed è stata stimolo per le altre». Valentina è orgogliosa di ricordare il suo oro mondiale a Lipsia 2005, solo 4 mesi dopo la nascita del figlio Pietro: «Dimostrai che un’atleta è tale anche dopo essere diventata mamma». E il suo secondogenito, Andrea, la scorsa settimana è andato a lezione di scherma da Giovanna Trillini. Negli occhi le emozioni di quei trionfi, della tripletta perfetta dei Giochi di Londra 2012. Con il sorriso ora si può raccontare di quella volta che Valentina incrociò in palestra la Di Francisca, ragazzina, e la massacrò di stoccate alla spalla. «Lessi dopo tanti anni che le avevo fatto male: ecco, le chiedo ufficialmente scusa», scherza Valentina. Con abbraccio finale. Dream Team, non per caso.