La Gazzetta dello Sport

Spalletti: «Inter matura Non ci accontenti­amo»

●L’allenatore: «Siamo gli anti-Juve? No, dobbiamo essere l’anti-noi» Il redivivo Joao Mario: «Io titolare? ll mister ha sorpreso anche me»

- Vincenzo D’Angelo ROMA

Adesso provate a fare ammettere a Luciano Spalletti che l’Inter è diventata davvero una grande squadra. Lo sa, ma vi fulminerà. Non vuole voli mentali Luciano. Non ora che la squadra sa vincere soffrendo, ma anche divertendo. Che ha personalit­à, e la dimostra non aspettando l’episodio, ma andandolo a cercare. E che come ogni grande squadra ha una rosa ampia, dove le alternativ­e non fanno rimpianger­e i titolari e dove tutti si sentono al centro del progetto. Anche chi, come Joao Mario, sembrava un corpo estraneo in giro per Appiano. Ecco, il successo della Lazio è la vittoria delle scelte. Prese come sempre scrupolosa­mente, studiando anche la dialettica del corpo nei momenti di svago, che spesso sa regalare a un allenatore le impression­i decisive per sciogliere le riserve. Alla lettura delle formazioni, la doppia sorpresa. Joao Mario titolare, De Vrij in panchina. Perché l’olandese non sembrava poi così pronto per affrontare un clima sicurament­e ostile dopo l’epilogo dello scorso campionato. «Per me non c’era bisogno di mettere De Vrij nella condizione di farlo fischiare dallo stadio – ha ammesso Spalletti -. E’ un ragazzo che ha sensibilit­à e umanità infinita e non volevamo mandarlo in uno stato d’animo senza condizioni ottimali. Quando gli ho comunicato che non giocava ho capito che ci teneva, visto che anche in hotel aveva ricevuto la visita di alcuni amici. Ma sono io che ho scelto di tenerlo fuori e di farlo stare più tranquillo. Anche perché ho tre centrali fortissimi e dietro giochiamo a due…».

NO NINJA, SÌ PARTY A tratti è sembrata la migliore Inter della stagione. Ma guai a parlare di anti-Juve, anche se è la classifica a suggerirlo: «Noi dobbiamo essere l’anti-noi, abbiamo la possibilit­à di giocare le partite come sappiamo e non dobbiamo concedere nulla. Abbiamo dato alla Lazio nel secondo tempo delle chance di crearci qualche problema lasciandog­li il pallino in mano. E lì ci vedo quello che non abbiamo fatto noi – sottolinea Spalletti -. Ma siamo più maturi, non ci accontenti­amo più di una sola vittoria, vogliamo una serie. Joao Mario? Sono felice della sua prestazion­e, meritava spazio anche prima ed è colpa mia che non gli ho dato l’occasione. Io non voglio essere amico dei giocatori quando gli do una PRESIDENTE INTER CENTROCAMP­ISTA INTER maglia da titolare, voglio esserlo sempre. E loro mi mettono in difficoltà perché si allenano tutti con grande profession­alità». Il portoghese non se lo aspettava: «Spalletti ha sorpreso anche me. Comunque sono cresciuto molto, nei momenti di difficoltà succede. Provo a diventare un’altro giocatore e un’altra persona. Cercherò di farmi trovare pronto sempre».

SUPER BROZO Intanto la crescita di Brozovic, però, è sempre più evidente e decisiva: «Brozovic - dice Spalletti - è uno che ha la bussola direzionat­a nei piedi, conosce il calcio, ha pulizia nei passaggi e nell’andare a trovare l’uomo libero. Qualche volta la tocca troppo, ma ora che si è calato in questo ruolo diventa un giocatore fondamenta­le perché ha conoscenza, piede e personalit­à del giocatore forte». Altra scommessa vinta da Luciano. Felice, come il presidente Zhang: «Vittoria importante, come il lavoro di tutti durante la settimana che si rivede poi in campo. A maggio qui mi ero emozionato e sono tornato per questo, per vivere ancora queste emozioni». Dopo la notte della Champions anche la prima da presidente. Con una vittoria che sa di ottimo presagio.

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STEVEN ZHANG

E’ SEMPRE BELLO TORNARE A ROMA...GRANDI RAGAZZI

RADJA NAINGGOLAN

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Luciano Spalletti, 59 anni, allena l’Inter dall’estate 2017 GETTY

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