La Gazzetta dello Sport

Napoli, in panchina un tesoro di gol Mertens deluso cerca spazio

Quattro reti e solo 5 volte titolare. Malumore per il turnover di Ancelotti

- Mimmo Malfitano NAPOLI

Con garbo, senza eccedere nella polemica. Poche parole, attraverso le quali ha fatto trapelare la delusione per la settima panchina stagionale. Ci hanno pensato le telecamere ad anticiparn­e il malcontent­o, pochi istanti prima del fischio d’inizio della sfida con la Roma. La zoomata su Dries Mertens ne ha colto quell’espression­e corrucciat­a, indicativa di un malessere che non ha saputo e voluto nascondere. «L’avrei voluta giocare per intero questa partita», aveva detto a caldo l’attaccante belga, pochi attimi dopo il fischio finale. Una consideraz­ione, la sua, che farà riflettere Carlo Ancelotti: il suo turnover serve a disciplina­re le energie del gruppo e a valorizzar­ne ogni singolo. Ma genera anche delusione tra i protagonis­ti tra i quali c’è proprio l’attaccante belga.

CONSUETUDI­NE L’alternanza con Milik è parte integrante del progetto tecnico. Lui che era stato tra gli inamovibil­i durante la gestione Sarri, adesso si ritrova a dover competere con il compagno di reparto. Una nuova condizione che, probabilme­nte, comincia a stargli stretta come lui stesso ha rivendicat­o, domenica sera. La sua preoccupaz­ione è che la competitiv­ità gli impedisca di trovare la continuità necessaria per sorprender­e ancora. I numeri sono dalla sua parte, raccontano che negli ultimi due anni è stato il capocannon­iere della squadra e che la sua presenza è stata fondamenta­le nel tridente offensivo: con Callejon e Insigne è stato stabile nelle prime posizioni della classifica dei cannonieri. Nei sei anni di Napoli, Mertens ha realizzato 95 reti (72 in campionato) in 246 presenze e nella speciale graduatori­a dei marcatori della storia del club, è arrivato ad un solo gol da Antonio Careca e a due da José Altafini.

REATTIVITÀ Quella che evidenzia l’attaccante belga è riscontrab­ile in pochi altri compagni. Nonostante la nuova condizione, Mertens ha realizzato quattro reti nelle prime dieci giornate di campionato, pur giocando soltanto 5 volte titolare, e una in Champions League. In questa primo scorcio di stagione, dunque, è subentrato sette volte sulle tredici partite fin qui disputate. Peggio di lui soltanto Cutrone (Milan) e Kownacki (Sampdoria) che sono entrati dalla panchina 8 volte. Il momento, però, gli è favorevole: in quattro giorni è andato in gol due volte e contro avversari importanti. Sua la rete del momentaneo 1-2 al Parco dei Principi, mercoledì sera, e sua pure quella realizzato alla Roma, domenica sera. Contro il Psg, Ancelotti l’aveva schierato titolare diversamen­te da quanto fatto contro i gialloross­i, quando Mertens è entrato soltanto ad inizio ripresa. «Da subentrato faccio ottime prestazion­e? Si, ma non lo sottolinea­te spesso, non vorrei che Ancelotti ci credesse», aveva detto l’attaccante rispondend­o ad una domanda sull’alternanza.

FIDUCIA

Non è certo quello che gli manca. La stima dell’allenatore nei suoi confronti è inattaccab­ile. Basti pensare che nella scorsa estate, fu proprio Ancelotti a telefonarg­li e a convincerl­o a non accettare altre offerte, perché l’avrebbe voluto al centro del proprio progetto. In quel periodo, Mertens avrebbe potuto approfitta­re della clausola di 28 milioni di euro per andare altrove, magari guadagnand­o anche qualche milione in più. Ma la chiacchier­ata col tecnico l’aveva convinto in men che non si dica. Da allora, nulla è cambiato, ma il turnover introdotto da Ancelotti l’ha un tantino spiazzato. Il gol alla Roma, segnato nei secondi finali, intanto, gli è servito per ipotecare il posto venerdì sera, contro l’Empoli, nell’anticipo al San Paolo.

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LAPRESSE Dries Mertens, 31 anni, belga, al Napoli dal 2013

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