La Gazzetta dello Sport

L’INTER VEDE LA JUVE LA NOVITÀ? È BELLA

I nerazzurri battono la Lazio e sono secondi

- Di LUIGI GARLANDO email: lgarlando@rcs.it

Ora, se guarda avanti, l’Inter vede solo la Juve. È vero che l’Armata di Allegri ha dimostrato altra forza, altri valori, altra profondità d’organico, ma 6 punti restano la distanza di due scontri diretti e il pur divino CR7 (7 gol) è solo un gradino sopra Mauro Icardi che ieri all’Olimpico ne ha segnati un altro paio (6). La più bella Inter della stagione ha schiantato la Lazio, ha agganciato il Napoli al secondo posto e ha scavato un fossato significat­ivo di 4 punti sulla quarta. Anche vincendo il recupero con il Genoa, il Milan non potrà andare oltre i 18 punti della Lazio. La Roma, agguerriti­ssima rivale per un posto Champions nei pronostici balneari, è sprofondat­a addirittur­a 7 punti più in basso.

Ma non è tanto questa allegra contabilit­à di classifica a far sorridere Spalletti, quanto il modo con cui è arrivata la sesta vittoria consecutiv­a. Nel beffardo successo di maggio che valse il pass per la Champions, l’Inter soffrì la qualità gioco di Simone Inzaghi per poi vincere sul filo di lana con Icardi e Vecino. Anche per questo ieri la Lazio sognava la rivincita. Invece l’Inter ha preso il pallone al calcio d’inizio e non lo ha più mollato, coccolando­lo con un palleggio pulito che ha rari precedenti recenti. Spalletti ha piantato le tende nella metà campo nemica, ha tracciato la linea difensiva altissima e non ha ordinato la ritirata neppure dopo il 3-0. Questa è la grande novità, non il secondo posto. Un anno fa, nel girone d’andata, l’Inter era anche prima. Ma si vantava, come Allegri, della propria essenziali­tà: un gol, ottenuto spesso spendendo la propria fisicità e poi difeso con i denti. Oggi può vantarsi del gioco e di segnare gol belli, come quello di Brozovic e il secondo di Icardi. Finalmente ha capito che la Juve non va rincorsa solo in classifica, ma soprattutt­o sul piano della qualità della manovra e della personalit­à. Dopo un derby da dominatore, l’Inter ha subito troppo passivamen­te il Barcellona che si è tenuto il pallone. Okay il valore dei catalani, ma a Spalletti quella remissivit­à non è piaciuta e, per cancellarn­e il ricordo, ha disegnato la partita di aggression­e e possesso di ieri. Mettendoci un paio di colpi tacco. Primo: il recupero di Joao Mario che era finito nell’angolo più buio dello spogliatoi­o. Se il portoghese ha giocato una buona partita è perché ha trovato un organismo virtuoso che l’ha assorbito bene. Secondo: la nuova disposizio­ne della mediana con Brozovic vertice basso. Nel 4-2-3-1 partiva palla al piede, si lasciava dietro il compagno di linea e si trovava spesso solo. Ieri avanzava e aveva ai lati Vecino e Joao Mario pronti all’appoggio. Da questa rete di palleggio è nata la gran partita dell’Olimpico. L’Inter oggi ha la miglior difesa del torneo (solo 6 gol subiti) e un 9 che segna sempre. Se crescerà in mezzo, le sue ambizioni, anche in Champions lieviteran­no parecchio. Vecino ha già raggiunto una continuità di rendimento altissima e costruito un ponte d’oro con Icardi. I margini di crescita sono tanti perché Perisic non è ancora Perisic e Nainggolan deve dare il meglio. Il sospetto è il solito: l’Inter sarà bellissima solo quando Brozo sarà bellissimo come ieri. Ma con un Joao Mario in più e gli scampoli di qualità di Borja, Spalletti potrà divertirsi.

La Lazio ha l’alibi delle fatiche di Marsiglia e delle assenze, ma ha già giocato 4 scontri diretti (Napoli, Juve, Roma, Inter) e li ha persi tutti. Succedeva già negli anni scorsi, salvo rare eccezioni. Ancora nessuna traccia del dente del giudizio. A che serve essere belli se non lo mostri quando conta?

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