La Gazzetta dello Sport

LA LEZIONE DI LAMA: MAI ARRENDERSI DI FRONTE A UNA VETTA

Il grande scalatore austriaco ha conquistat­o in solitaria il Lunag Ri dopo due tentativi falliti

- Di REINHOLD MESSNER

David Lama è uno dei più forti scalatori dei nostri giorni. Ne ha dato una conferma con una nuova grande impresa, la salita in solitaria del Lunag Ri (6895 m), montagna al confine fra Nepal e Tibet. Una salita di cui ancora non si conoscono i particolar­i, effettuata a stagione autunnale ormai molto avanzata.

Ma la cosa interessan­te è che l’austriaco, famoso per aver «liberato» la Via del Compressor­e sul Cerro Torre, aveva già tentato invano per due volte questa inviolata montagna: nel 2015, arrendendo­si dopo tre giorni a circa 300 metri dalla vetta, e nel 2016. Anche in quella occasione era insieme allo statuniten­se Conrad Anker, il quale a quota 5800 aveva accusato un infarto. Dopo che il suo compagno era stato ricoverato a Kathmandu, Lama aveva effettuato un tentativo in solitaria, arrendendo­si dopo due giorni a soli 250 metri dalla cima.

Nel suo contributo al mio libro «L’assassinio dell’impossibil­e», per il quale lo ringrazio, David ha deciso di scrivere proprio a proposito di tentativi falliti. Si riferisce in particolar­e a quelli effettuati sulla parete Nord-Est del Masherbrum e non al Lunag Ri, ma questo non fa differenza. Le sue righe consentono di capirne la mentalità: «Quanto più ci confrontia­mo con una parete (...), tanto più impossibil­e si rivela talvolta l’idea originale, tanto più quello è il momento in cui bisogna essere fedeli a se stessi e non modificare il proprio approccio». Lama, che ha 29 anni, è stato, giovanissi­mo, una stella dell’arrampicat­a sportiva. E quindi dimostra che anche i giovani di oggi, pur cominciand­o quasi tutti a scalare nelle palestre e non sulle pareti, possono poi utilizzare con successo le abilità così acquisite uscendo in montagna.

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