La Gazzetta dello Sport

Caldara, il guaio è serio Strappo da 3 mesi di stop

●Il problema al polpaccio sembra più complicato del previsto: per ora è una stagione nera

- Alessandra Gozzini MILANO

Rino Gattuso, preso dalle buone sensazioni che regala una vittoria in rimonta, aveva fatto un quadro delle condizioni di Caldara orientato all’ottimismo: «Starà fuori un paio di mesi». La situazione sembra invece più complicata di come l’aveva descritta l’allenatore nel post partita con la Samp: «Il problema al gemello mediale» rivelato dal tecnico domenica sera, senza ulteriori dettagli, si scopre essere uno strappo di quasi tre centimetri al muscolo del polpaccio destro. Una diagnosi che può richiedere anche qualche settimana di lavoro fisioterap­ico in più: l’assenza dell’ex Atalanta potrebbe allora prolungars­i di un altro mese, per un totale di tre, e includere anche tutto gennaio nella tempistica utile al recupero. L’unica speranza, ma l’umore del giocatore e di chi gli sta vicino resta cupo, è che una volta assorbito l’ematoma il danno sia meno profondo di quanto si era immaginato. La riabilitaz­ione verrà fatta a Milano, insieme allo staff rossonero e senza avvalersi di consulenti esterni.

GUAI Una città che per ora non gli ha portato granché fortuna: l’unica apparizion­e rossonera risale alla trasferta in Lussemburg­o contro il Dudelange. A San Siro deve invece ancora presentars­i: doveva succedere in un’altra partita di coppa, l’ultima con il Betis, ma la necessità di riprendere il risultato mal si conciliava con il tentativo di restituire minuti a un ex infortunat­o. Il guaio al polpaccio è infatti successivo a giovedì, e ovviamente riportato in allenament­o. Prima ancora però le cose non erano andate molto meglio: l’infortunio alla schiena delle prime giornate e poi il principio di pubalgia che aveva dovuto smaltire nelle settimane più recenti. Una serie di guai iniziata a Milano e che non va letta come una ricaduta, o un peggiorame­nto, di un altro acciacco alla schiena di cui Caldara aveva già sofferto all’Atalanta. Nel finale di stagione a Bergamo, e nel precampion­ato alla Juve, la condizione non aveva destato sospetti, anzi: Mattia era in ottima forma. L’unico problema, una volta arrivato al Milan, era di adattabili­tà tattica: alunno di Gasperini nella difesa a tre, doveva imparare in fretta a muoversi nella linea a quattro di Rino. Un problema di poco conto per chi dall’allenatore è considerat­o «una spanna sopra gli altri» e in generale come uno dei migliori talenti italiani. Ecco perché i rimpianti aumentano.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy