La Gazzetta dello Sport

Lewis V Orgoglio Hamilton

«Per battere questa Ferrari ho inventato prestazion­i magiche»

- Luigi Perna INVIATO A CITTÀ DEL MESSICO

La voce di Will Smith è rimbombata nel casco di Lewis Hamilton appena tagliato il traguardo, quando il fuoriclass­e della Mercedes ha avuto la certezza di conquistar­e il quinto mondiale di F.1, appaiando il leggendari­o Juan Manuel Fangio. «Si fa così, baby. Bravo amico mio, te lo sei meritato», ha detto la star di Hollywood in collegamen­to radio dalla sua casa negli Usa. Non poteva esserci tributo più coreografi­co per il trionfo di Lewis, personaggi­o planetario e uomo icona della F.1. Il film è proseguito con un’altra scena sotto il podio: l’abbraccio umanamente intensissi­mo fra Hamilton e il rivale Sebastian Vettel.

PER IL NONNO Poi, mentre il ferrarista andava in segreto nell’hospitalit­y della Mercedes a congratula­rsi con Toto Wolff e gli ingegneri, venendo applaudito per l’umiltà e la sportività mostrate nella sconfitta, è stato il momento di fermarsi a riflettere. Lewis, con la Union Jack al collo, ha affidato i suoi pensieri a un video sul suo profilo Instagram, seguito da quasi otto milioni di seguaci: «Non mi sembra vero. Cinque titoli mondiali… Ho paura di risvegliar­mi all’improvviso da questo sogno. E’ stata una gara difficile. Giovedì mattina è morto mio nonno, un momento duro per tutta la famiglia, e volevo fare qualcosa per renderlo fiero di me. Credo che lo sarebbe stato, guardando ciò che io e mio padre abbiamo conquistat­o».

RISPETTO Le emozioni sono sgorgate come un fiume, subito dopo l’arrivo, con 135.000 spettatori sulle tribune del circuito di Città del Messico a festeggiar­e Hamilton, il vincitore di giornata Max Verstappen e anche il grande deluso Vettel, secondo al traguardo e nel Mondiale. «Che cosa ci siamo detti? Lui si è avvicinato e mi ha sussurrato: “Adesso non mollare, ho bisogno di lottare con te anche l’anno prossimo”. Un’altra conferma del rispetto che c’è fra di noi. Seb ha vinto quattro titoli con merito, quest’anno ha attraversa­to momenti difficili perché reggere sulle proprie spalle la pressione di una Ferrari che non vince il Mondiale da tanto tempo è davvero dura, ma in Messico è tornato fortissimo. Perciò nel 2019 non dovrò abbassare la guardia».

BATTAGLIA Dei cinque titoli è quello che vale di più, per la bravura mostrata da Hamilton e per la forza degli avversari. «Il fatto che le Ferrari ancora qui in Messico fossero più veloci di noi dimostra quanto sia stata serrata la competizio­ne. Non sono sicuro che avessimo il pacchetto migliore, ma siamo stati i più bravi a sfruttarlo come team – spiega –. La Mercedes è stata messa alla prova in tante occasioni, spesso abbiamo dovuto inseguire, ma ci abbiamo sempre creduto e ne siamo venuti fuori da vincenti, riuscendo a spuntarla anche in gare che ci vedevano sfavoriti. Io ho dovuto elevare il livello della mia guida, ho fatto alcune pole position speciali e delle prestazion­i magiche. Perciò questo è il titolo che mi rende più orgoglioso».

SEGRETO Qual è stato il segreto di questo Lewis perfetto? «L’abilità nel guidare c’era già quando ho debuttato in F.1 (nel 2007; ndr). Ho cercato di migliorare ancora, dopo una grande stagione come il 2017. Ho lavorato su me stesso, sulla mia mente, cercando anche il giusto equilibrio nella vita privata, per rendere al meglio. Sono stato più concentrat­o che mai e in forma fisicament­e, grazie anche alla dieta vegana, pescando energie nuove». Il punto di svolta della stagione? «Silverston­e è stato un momento chiave, quando ho rimontato da ultimo a secondo dopo essere stato urtato al via (dalla Ferrari di Raikkonen; n.d.r.). E poi le vittorie a Hockenheim, in Ungheria e a Monza, in un frangente della stagione in cui non eravamo i più veloci. Da lì siamo diventati sempre più forti».

STORIA Ha già un posto nella storia accanto a Fangio. E andando avanti potrebbe riscrivere tutti i record della F.1. «Diventare il più grande di ogni epoca? Sarebbe bello – ammette Hamilton –. Ma ho ancora molto da conquistar­e e tanta strada davanti. E poi non potrei mai definirmi il migliore. Papà, fin da

quando avevo 8 anni, mi ha sempre detto: “Lascia parlare la pista”. Avere raggiunto Fangio è un onore. Michael Schumacher è ancora lontano per vittorie e titoli, anche se potrei avvicinarm­i nei prossimi anni (il contratto con la Mercedes scade nel 2020; n.d.r.). Sento che sto ancora gareggiand­o con

il sacro fuoco che avevo da bambino. E continuerò finché ci sarà questa passione».

STELLA Nel futuro non ci sono solo le corse e le vittorie. Hamilton è un personaggi­o affascinan­te, dagli interessi molteplici, conosciuto nel mondo della moda, della musica e del cinema, tanto che proprio Will Smith l’ha aiutato a disegnare una linea di abbigliame­nto per Tommy Hilfiger. «Alimentare la propria creatività è positivo. La gente può pensare quello che vuole, ma solo io ho il diritto di decidere come vivere la mia vita fuori dai circuiti. Ho tanti progetti. Mi piacerebbe fare qualcosa di positivo per favorire l’educazione dei bambini e aiutare le persone in difficoltà. Intanto voglio godermi il momento. Il tempo è prezioso e gli attimi di gioia passano subito. L’ho imparato crescendo. C’è ancora da conquistar­e un Mondiale costruttor­i per la Mercedes e io devo pensare a come vincere le ultime due gare. Ma prima tornerò nella mia casa di Los Angeles per riabbracci­are i miei cani bulldog».

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