Ora la campagna elettorale è cominciata La partita si giocherà soprattutto in Europa
2026 e per il futuro», quasi annunciasse un’implicita disponibilità a spostare Stoccolma all’edizione successiva. Ma pensare che l’Europa possa fare il pieno con la doppia assegnazione, peraltro in un momento in cui il Cio spera di rialzare la testa sul capitolo candidature dopo anni di rinunce e di crisi di vocazioni per le città (per il 2030 potrebbero esserci almeno una statunitense e la giapponese Sapporo), è difficile. Insomma, la sensazione è che la partita avrà un vincitore e uno sconfitto.
FATTO IN CASA Ieri sono andate in scene le prime sfide, in attesa dei siti web ufficiali: ecco il duello a colpi di video e di logo. Quello italiano ha scatenato curiosità sui social network. S’è poi saputo che il Duomo tra le montagne con pista di sci all’insegna del tricolore, è stato partorito in casa Coni, per limitare al massimo le spese (la candidatura dovrebbe costare 1,9 milioni di euro rispetto ai 3 svedesi). Malagò ha precisato che l’idea è nata davvero in house, ma la realizzazione è stata curata poi da professionisti.
LA MAPPA Ma le Olimpiadi non si assegnano con un referendum popolare magari sul miglior simbolo. Anche se oggi il pubblico conta di più e il sindaco Sala ha provato un contropiede quando ha trasformato da ufficioso in ufficiale il sondaggio compiuto dal Cio a settembre, che dava i milanesi per l’83% favorevoli all’Olimpiade e i cittadini di Stoccolma divisi fra un 49 di sì e un 51 di no. I sondaggi sugli 87 della sessione Cio che voteranno a fine giugno sono più rischiosi e al confronto gli exit pool, che in Italia hanno fatto spesso cilecca, sembrano mille volte più affidabili. Per ora si può registrare una sensazione, una mappa fatta tutta di sussurri e senza grida: in Europa dovremmo essere fifty fifty, ma è nel resto del mondo che l’Italia pensa (o spera) di avere percentuali favorevoli. «Toccherà a Malagò», dicono speranzosi Sala e Zaia. Intanto il presidente del Coni domani torna in Italia. Dove si riaprirà il capitolo della trattativa sulla riforma. Ma questo è un altro discorso. O no?
VENETO E LOMBARDIA SONO LE REGIONI PIÙ RICCHE D’ITALIA
LUCA ZAIA GOVERNATORE DEL VENETO