Del Piero
«SE VUOLE LA JUVE VINCE MA L’INTER ORA E’ SOLIDA ED E’ TORNATA LA RIVALE NUMERO 1»
C’era un ragazzo con i capelli lunghi e la maglia numero 10 della Juve sulla schiena. Correva veloce, dribblava tutti e segnava gol belli e importanti. Come quello all’Inter il 26 aprile 1998: 1-0 e scudetto in cassaforte. C’era un uomo con i capelli corti e la maglia numero 10 della Juve sulla schiena. Capiva prima dove finiva la palla, scattava al momento giusto e segnava gol belli e importanti. Come quello all’Inter il 25 marzo 2012: 2-0 e scudetto più vicino. Il ragazzo del ‘98 era Alessandro Del Piero: 23 anni, talento, velocità e la prospettiva di una lunga carriera piena di gioie. L’uomo del 2012 era Alessandro Del Piero: 37 anni, classe, intelligenza sopraffina e la capacità di essere decisivo e vincente anche al tramonto della sua avventura in bianconero. Oggi Ale fa il commentatore per Sky e mille altre cose, ha i capelli corti dell’età adulta ma l’entusiasmo della gioventù. E stasera avrebbe una gran voglia di giocare.
Ale, se diciamo Juve-Inter lei risponde... cosa?
«È stata la più grande rivalità che ho vissuto. C’era anche il Milan, ovviamente, ma con Inter la sfida era più intensa per tanti motivi».
Nella famosa sfida del ‘97-98 ci fu il confronto tra i due migliori giocatori del mondo: lei e Ronaldo. Che atmosfera c’era e quanto era bello sfidare il Fenomeno?
«L’atmosfera purtroppo era guastata dalla focalizzazione su altri temi. Personalmente è stata una meraviglia potermi confrontare con lui in quell’anno in cui eravamo entrambi al top dal punto di vista fisico e mentale. Ronaldo fu motivo di grande stimolo, competitività, allegria. Ogni domenica per me era una sfida virtuale con lui a chi segnava di più, a chi dribblava di più, a chi faceva più assist, a chi lasciava maggiormente a bocca aperta la gente».
Lo Juve-Inter del ‘98-99 è la terzultima partita del primo Del Piero. Come ricorda oggi quell’Alessandro pre-infortunio?
«Il primo Alessandro chiuse la carriera pochi giorni dopo quella gara. Il calcio italiano era al centro del mondo e io ero felice e orgoglioso. Stavo maturando, ero bravo, ma dal punto di vista mentale il secondo Alessandro fu più forte del primo. Sul mio recupero c’erano tanti dubbi, ho affrontato e superato sfide complesse».
Scelga un altro Juve-Inter della sua carriera.
«Quello di San Siro nel febbraio 2006: gol su punizione nel finale e debutto dell’esultanza con la linguaccia».
A piccoli passi l’Inter sta lavorando per tornare a essere il rivale numero uno della Juve?
«Sì, lo dico da un paio d’anni. La società è solida, l’allenatore conosce la A, la rosa è valida».
Ancelotti sarà spettatore interessato. Il Napoli ha reali possibilità di strappare lo scudetto alla Juve o il suo è un tentativo disperato?
«È giusto che ci provi. Carlo ha individuato il modo migliore per provare a colmare il gap: toglie alibi ad ambiente e giocatori e lavora sul piano mentale oltre che tecnico-tattico. Ma è chiaro che solo la Juve può perdere lo scudetto».
Cosa c’è di speciale nello spogliatoio bianconero che consente di trovare le motivazioni per alzare l’asticella ogni anno di più?
«Faccio un elenco? Mentalità, qualità, ambizione, struttura. Alla Juve si volta pagina giorno dopo giorno, vittoria dopo vittoria, e si costruisce il successo seguente».
Si aspettava un simile impatto di Cristiano Ronaldo?
«Certo, perché la Juve è l’ambiente ideale per un fuoriclasse con la sua mentalità».
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IL NUMERO i titoli consecutivi di capocannoniere con la Juve: 20 gol in B nel 2006-07 e 21 in A nel 2007-08
È COME INZAGHI, TREZEGUET, VIERI: UOMO D’AREA, VA SFRUTTATO COSÌ
SU MAURO ICARDI GRANDE UOMO D’AREA
La parabola di Dybala (prima attaccante, poi più arretrato) è per certi versi simile alla sua? E in futuro ritornerà a fare di più
«SÌ, QUELLA CON I NERAZZURRI È SEMPRE STATA LA SFIDA PIÙ SENTITA DELLA MIA CARRIERA. CRISTIANO? È ARRIVATO NELL’AMBIENTE IDEALE PER UN FUORICLASSE CON LA SUA MENTALITÀ»
la punta come accadde a lei?
«Sono molto felice per la sua crescita. Paulo ha le qualità per fare tutto. Ci sono delle analogie con il mio percorso e naturalmente delle differenze. Molto dipende anche dal contesto, dall’organizzazione di gioco. Dybala potrebbe anche essere lasciato libero di fare il... Dybala».
Lei hai giocato con grandi centravanti. Cosa pensa di Icardi?
«Fa parte proprio di quella categoria, i grandi centravanti. E va sfruttato per quello che può dare: lui è un uomo d’area come Inzaghi, Trezeguet, Vieri. E segna sempre».
Allegri ha detto che la partita con lo Young Boys conta più di quella con l’Inter: bluffa?
«No, ha ragione in pieno. Naturalmente la sfida con gli svizzeri dovrebbe essere più agevole, ma bisogna osservare con lucidità la situazione e vedere quali squadre passano come prime agli ottavi di Champions e quali come seconde. Allegri vuole evitare insidie e trappole, giustamente. Con l’Inter può permettersi mezzo passo falso».
Come sta la fascia al braccio di Chiellini?
«Molto bene. Giorgio è l’ultimo superstite della B, ha completato tutto quel percorso. E la fascia gli giova, ha fatto la miglior partenza di sempre. Incarna le ambizioni, la mentalità, i pensieri della Juve».
Siamo quasi al giro di boa in Champions e campionato. Cosa immagina per la seconda parte della stagione?
CI SONO ANALOGIE CON IL MIO PERCORSO: FELICE DELLA CRESCITA
SU PAULO DYBALA SIMILITUDINI?
COL DOPPIO IMPEGNO VUOLE EVITARE INSIDIE E TRAPPOLE
SU MAX ALLEGRI
FRA INTER E YOUNG BOYS
INCARNA AMBIZIONI E MENTALITÀ DELLA JUVE
SU GIORGIO CHIELLINI
E LA FASCIA DA CAPITANO
AFFRONTA DA LEADER UN’ALTRA SFIDA DA VINCERE, COME FA SEMPRE
SU GIANLUCA VIALLI E LA MALATTIA
«Intanto mi auguro che le italiane vadano avanti in Champions. E spero che nessuno si arrenda troppo presto in Italia. Da sempre a gennaio inizia un altro campionato, tutto è più difficile e stimolante. Spero che le nostre squadre ci divertano».
L’anno scorso si diceva che la Juve giocasse male. Adesso anche la manovra sembra più fluida. Quello del bel gioco, del divertimento è un argomento di cui i giocatori parlano?
«Sì, è un tema che coinvolge anche i calciatori perché se ti diverti, spendi meno energie e hai più soddisfazione. La Juve quest’anno sta esprimendo una sensazione di forza sotto ogni aspetto. E la rosa è talmente ampia da consentire di schivare ogni difficoltà».
Tra Juve e Inter ci sono già 11 punti. Qual è la motivazione più grande che avranno i bianconeri stasera? L’ambizione di tagliare fuori i nerazzurri dal discorso scudetto, la voglia di vincere una classica del nostro calcio, il desiderio di far felici i tifosi per i quali questa partita è fondamentale?
«Tutte e tre queste cose più il fatto che ogni sfida diretta lascia dentro qualcosa sia se vinci sia se perdi. Di solito torni negli spogliatoi con una consapevolezza in più. Nel gennaio ‘98 noi perdemmo a San Siro con l’Inter 1-0, ma avremmo meritato di vincere e uscimmo dal campo convinti di conquistare lo scudetto. E fu così».
Dopo aver studiato tutti gli avversari nei primi tre mesi della stagione, c’è in giro qualcuno più forte della Juve o adesso la Champions è più di un semplice obiettivo?
«È più di un semplice obiettivo. La Juve ha dimostrato che quando vuole vincere, vince».
Fuori dall’Italia ha l’impressione che la Serie A stia ricominciando ad attirare l’attenzione dei calciofili?
«Sì, l’arrivo di Cristiano ha dato una spinta importante alla Juve, ma anche al campionato italiano. C’è più attenzione. Questo è l’anno zero, si riparte. E mi auguro che finalmente cresca tutto il movimento».
Sapeva della malattia di Vialli?
«No, poi ci siamo sentiti. Luca è nato leader e sta affrontando con la solita mentalità un’altra sfida da vincere».
Chiudiamo con un pronostico per stasera?
«Come ai bei tempi dico 1X2. Ma l’1 ha qualche possibilità in più».