La Gazzetta dello Sport

Una partita tra due popoli: scudetti, rivalità e veleni

●Tutto cominciò con un’invasione di campo nel 1961, poi il 9-1 a Torino, lo scontro tra Ronaldo e Iuliano, il 5 maggio, il 2006... Il 90° non arriva mai

- Andrea Schianchi

Prima era una semplice partita di pallone: dribbling, tiri, esultanze e delusioni. Poi è diventata qualcosa di più: qualcosa che esce dal campo di gioco e si trasforma in duello di potere. Juventus contro Inter non è più soltanto il Derby d’Italia, come lo battezzò Gianni Brera nel 1967 limitandos­i a definirlo così in base al numero degli scudetti conquistat­o a quell’epoca dalle rispettive società. È una sfida che va oltre il senso puramente sportivo e finisce per coinvolger­e i due popoli che, come da manuale dei perfetti tifosi, seguono ciecamente i loro guru, cioè le squadre per cui batte il loro cuore. C’è un giorno che fa da spartiacqu­e tra il «prima» e il «dopo»: 10 giugno 1961. Per capire la rivalità tra Juventus e Inter bisogna partire da lì. Anzi, da quello che accadde meno di due mesi prima...

Domenica 16 aprile 1961, stadio Comunale di Torino: va in scena Juventus-Inter. Viene presentata come la partita dello scudetto: i bianconeri sono avanti di 4 punti sui nerazzurri. Dopo 31 minuti l’arbitro Gambarotta di Genova è costretto a sospendere la sfida per invasione di campo: è la prima volta che accade in Italia. Il quotidiano «Stampa Sera», in prima pagina, spiega: «Quattro cancelli sfondati all’esterno dello stadio: la folla preme contro la rete di protezione, la travolge e irrompe attraverso alcuni varchi». Una ventina i feriti. I dirigenti dell’Inter presentano un reclamo e chiedono la vittoria 2-0 a tavolino per la responsabi­lità oggettiva della Juve. I bianconeri replicano indignati a quella che consideran­o una mancanza di stile e attendono la decisione della Lega. Che, pochi giorni più tardi, assegna il successo ai ragazzi di Herrera, rientrati così in piena corsa-scudetto.

Martedì 30 maggio si disputa la penultima giornata di campionato, l’Inter batte il Napoli per 3-0 e aggancia in testa la Juve sconfitta a Padova. Un finale da brividi. Don Helenio e il presidente Angelo Moratti sentono aria di spareggio. Ma i bianconeri calano sul tavolo l’asso di briscola, e qui sta l’origine della rivalità che, in seguito, è spesso sconfinata in un’inaccettab­ile assenza di sportività. Il presidente della Juve è Umberto Agnelli che è anche presidente della Federcalci­o, la quale governa sulla Caf che deve decidere sul ricorso presentato dai bianconeri. Sabato 3 giugno, a poche ore dallo svolgiment­o dell’ultima giornata di campionato, arriva la sentenza della Caf: Juventus-Inter si deve rigiocare, dunque ai nerazzurri vengono tolti i due punti che le erano stato assegnati dal verdetto della Lega. Moratti s’infuria, Herrera pure, i giocatori apprendono la notizia nel ritiro di Catania e, quando vanno in campo il giorno dopo, sono ancora frastornat­i da una simile decisione. Succede l’impensabil­e: l’Inter perde contro i siciliani (è la partita del famoso «clamoroso al Cibali» gridato alla radio da Ciotti), mentre la Juve pareggia con il Bari e si porta così a più 3 punti sui nerazzurri rendendo inutile la ripetizion­e della partita maledetta in programma la settimana successiva. Moratti, per protesta, decide di mandare a Torino la squadra Primavera, che allora si chiamava «De Martino», della quale fa parte anche Sandro Mazzola. La Juve non ha pietà e le suona di brutto ai ragazzini: finisce 9-1 per i bianconeri, con 6 gol di Sivori. L’unica rete dell’Inter porta la firma di Mazzola. Da quel momento Juventus contro Inter non è più una partita di calcio, ma qualcosa d’altro: dietro, o dentro, si nascondono sospetti, ripicche, veleni.

Vent’anni fa il caso Ronaldo-Iuliano tiene banco per giorni. È il 26 aprile del 1998, Juve e Inter si giocano lo scudetto: bianconeri avanti di un punto. Nel primo tempo passano in vantaggio con Del Piero e al 25’ del secondo tempo succede il patatrac: Ronaldo entra in area con il pallone al piede e viene «stoppato» da Iuliano. L’arbitro Ceccarini fa segno di proseguire, succede il finimondo. L’allenatore dell’Inter, Simoni, entra in campo e grida all’arbitro: «Si vergogni!». Espulso. La partita diventa un Far West, che prosegue negli spogliatoi. Il presidente nerazzurro Massimo Moratti tuona: «Questo campionato è falsato. Dovevo far giocare i ragazzini come mio padre». E così si dimostra che la memoria ha un ruolo decisivo nel giudizio. Vent’anni più tardi si è ancora lì a discutere se l’intervento di Iuliano sia stato da rigore o se, invece, non ci sia stata un’azione di sfondament­o da parte di Ronaldo. Varrebbe anche la pena ricordare che l’azione incriminat­a accadde quando la Juve era in vantaggio e, ammesso che all’Inter venisse assegnato il rigore e che fosse stato trasformat­o, il risultato sarebbe stato di 1-1 con altri 20 minuti da disputare, durante i quali sarebbe potuto accadere tutto.

E poi, dopo la beffa del 5 maggio 2002, quando l’Inter di Cuper si butta via all’Olimpico contro la Lazio e perde lo scudetto a vantaggio della Juve (la stessa cosa era accaduta nel 1967, con i nerazzurri sconfitti a Mantova e alla fine del cicloHerre­ra, e la Juve vittoriosa sulla Lazio), c’è la triste saga di Calciopoli. Si scoperchia un pentolone dal quale esce una gran puzza di marcio che i dirigenti di tutte le squadre (Inter compresa), prima di quell’estate del 2006, avvertivan­o, ma preferivan­o turarsi il naso nella speranza di avere qualche beneficio. La Juve della Triade Moggi-Giraudo-Bettega finisce in B e le vengono revocati due titoli (2005 e 2006), uno dei quali (2006) è assegnato all’Inter e celebrato da Moratti come «Lo scudetto degli onesti». Juve contro Inter non sarà mai soltanto una partita di calcio. Purtroppo.

Alla ripetizion­e del match il presidente Angelo Moratti decise di schierare la Primavera. Finì in goleada per la Juve

Nel 1998 polemica sul presunto rigore negato a Ronaldo sull’1-0 per i bianconeri. Se ne discute ancora

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 ??  ?? Umberto Agnelli con il fratello maggiore Gianni, l’Avvocato: i due sono stati al timone della Juventus per moltissimi anni
Umberto Agnelli con il fratello maggiore Gianni, l’Avvocato: i due sono stati al timone della Juventus per moltissimi anni
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 ??  ?? Angelo Moratti con il tecnico Helenio Herrera e, a destra, Sandro Mazzola in campo il giorno del debutto, nel 1961: la squadra dei ragazzini dell’Inter perse 9-1, suo il gol della bandiera BATTAJA
Angelo Moratti con il tecnico Helenio Herrera e, a destra, Sandro Mazzola in campo il giorno del debutto, nel 1961: la squadra dei ragazzini dell’Inter perse 9-1, suo il gol della bandiera BATTAJA
 ??  ?? Gigi Simoni, allenatore dell’Inter nella partita del rigore negato a Ronaldo, altro episodio celebre nella saga bianconera­zzurra DFP
Gigi Simoni, allenatore dell’Inter nella partita del rigore negato a Ronaldo, altro episodio celebre nella saga bianconera­zzurra DFP
 ??  ?? Massimo Moratti con Roberto Mancini, allenatore dell’Inter alla quale fu assegnato lo scudetto del 2006 dopo lo scandalo ANSA
Massimo Moratti con Roberto Mancini, allenatore dell’Inter alla quale fu assegnato lo scudetto del 2006 dopo lo scandalo ANSA

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