Uefa, multa con lo sconto se il Milan rispetta gli step
● Nyon verso un’ammenda in due fasi. Una parte subito e il resto vincolato all’andamento del bilancio: successe così all’Inter nel 2015
Per punire il Milan, l’Uefa si ispirerà all’altra parte della città, ricordando quanto era successo tre anni e mezzo fa con l’Inter. La sanzione potrà essere rateizzata e scontata se nel frattempo i conti del club miglioreranno fino a rientrare nei parametri imposti dal Fair play. Parte della multa sarà in questo modo sospesa o legata alla condizionale, aspetto che potrebbe interessare fino ai due terzi della pena. Esempio verosimile: Nyon stabilisce il versamento di quindici milioni, cinque da pagare subito e gli altri dieci abbuonati se il bilancio punterà di nuovo all’equilibrio. Nel maggio 2015 l’Inter fu condannata con la stessa formula: multa di venti milioni, di cui sei da saldare in tre rate nel giro di un anno, e gli altri quattordici vincolati all’evoluzione del rendiconto economico. È questa la linea che i giudici sono orientati a tenere anche con i rossoneri: stabilita una somma, verrà poi monitorato l’andamento del fatturato per decidere se riscuotere o meno la parte pendente.
CORTOCIRCUITO La pena rientrerebbe così nella ragionevolezza auspicata dal Milan. La società concorda sulla violazione commessa e motiva la speranza di una condanna ponderata con la volontà di rimettersi presto in regola: viceversa, un’ammenda pesante impedirebbe al club di intraprendere velocemente un percorso virtuoso. Se l’Uefa vuole che il Milan si rialzi, non può allo stesso tempo spingerlo a terra. Per questo motivo la dirigenza e la proprietà restano comunque pronte al secondo ricorso al Tas, il tribunale che ha smentito la Camera giudicante e riconosciuto la forza di Elliott. Anche il piano della proprietà per rientrare dai debiti è piuttosto chiaro: Singer ha ridefinito l’organigramma societario e nominato un nuovo amministratore delegato, Gazidis, capace nella precedente esperienza all’Arsenal di aumentare i ricavi in modo esponenziale. La stessa abilità che oggi il Milan reclama per sé: l’obiettivo sono nuove sponsorizzazioni e una gestione più produttiva del marchio del club, conosciuto in tutto il mondo. Il verdetto è atteso a giorni e influenzerà il mercato invernale: se l’importo dovuto fosse tutto sommato modesto ci sarebbe un budget superiore da destinare al mercato. Il quarto posto non è più un’illusione, ma una conquista da difendere: i nuovi acquisti favorirebbero la rincorsa alle prime posizioni, e gli introiti Champions, a loro volta, aiuterebbero a risanare il bilancio. Un cortocircuito che la società si augura di non far saltare né
in campo né fuori. La sentenza si porrà inoltre come eventuale riferimento per i prossimi casi: non era mai successo che un club fosse punito con l’esclusione dalle coppe internazionali e successivamente riammesso in Europa dal Tas.
RESPONSO PRONTO Losanna aveva chiesto all’Uefa di riformulare una pena proporzionale alla colpa e in attesa di quantificarla il presidente Scaroni, Gordon Singer e i legali del fondo erano di nuovo stati ricevuti a Nyon, il venti novembre scorso. Il club aveva esposto le proprie ragioni e i giudici si erano presi il tempo per riflettere: l’esame sembra ormai concluso, con il responso pronto a uscire.