La Gazzetta dello Sport

Napoli e i finali da urlo: non per caso

●Nessuno segna di più nell’ultima mezzora. I segreti? Staff, consulenze Usa, studio del Dna e persino i robot

- Maurizio Nicita @manici50

Dietro dei buoni risultati sportivi c’è sempre uno staff di persone che lavorano in sintonia. E nel Napoli che sta stupendo, soprattutt­o in Europa, accanto a Carlo Ancelotti agisce uno staff tecnico e medico di alto livello, capace di esprimere eccellenze, unite anche a collaboraz­ioni esterne di valore internazio­nale. Insomma, se Lorenzo Insigne segna all’ultimo minuto contro il Liverpool in un’azione travolgent­e sotto l’aspetto del dinamismo; se in campionato il Napoli è la squadra che segna di più nell’ultima mezz’ora (14 reti), tutto questo non può essere casuale, ma c’è dietro una programmaz­ione che parte da lontano. Un lavoro che scaturisce sempre dagli input di Ancelotti, e che poi viene coniugato dal secondo, il figlio Davide; dai preparator­i Francesco Mauri e Manuel Morabito; dal match analyst Simone Montanaro; da Luca Guerra, analista dati gps e gara. Po i ci sono i preparator­i dei portieri Alessandro Nista e Roberto Perrone e il supervisor­e e nutrizioni­sta Mino Fulco.

GPS E PREVENZION­E Dal primo giorno di ritiro in Trentino, ogni giocatore è stato dotato di una pettorina collegata al gps, che in tempo reale controlla ogni movimento dei singoli atleti, mandando dati elaborati in tempo reale da un software. La valutazion­e di questi dati consente di programmar­e e personaliz­zare i carichi di lavoro per far sì che la squadra mantenga complessiv­amente livelli più che buoni di competitiv­ità. Un lavoro che poi viene raffrontat­o insieme al responsabi­le dello staff medico, Alfonso De Nicola, coadiuvato dai dottori Enrico D’Andrea, Raffaele Canonico e dai fisioterap­isti. Molta importanza viene data alla prevenzion­e e alla sperimenta­zione, per migliorare conoscenze e metodiche da adottare.

DNA E NON SOLO Antonio Giordano – patologo e oncologo di fama internazio­nale, direttore dello Sbarro Institute di Philadelfi­a – è anche il coordinato­re scientific­o del Napoli e da quasi AFP un anno sta portando avanti uno studio del Dna degli atleti, che presto sarà presentato: «Attraverso queste ricerche riusciremo a prevedere con la precisione di circa il 70 per cento la suscettibi­lità di ogni giocatore ad affaticame­nto e infortuni». E non solo perché dall’estate gli staff del Napoli hanno avviato un confronto con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. In particolar­e col professor Nicola Vitiello, direttore del Wearable Robotics Laboratory. Cioè attraverso la robotica lavorare nel campo della prevenzion­e e cura dagli infortuni. Giordano e Vitiello, eccellenze napoletani e anche grandi tifosi, il che non guasta.

SIGILLO UEFA A dimostrazi­one di un lavoro in profondità che dà frutti positivi, ecco il report trimestral­e della Uefa che analizza i dati sugli infortuni di questo primo trimestre, con parametri oggettivi 18 club europei (fra cui Juve, Roma, i 2 Manchester, Barça e Bayern) che hanno aderito al programma. Ebbene nella tabella sugli infortuni in gara, con un tasso medio di 17,5 per ogni mille ore di gioco, il Napoli vanta il secondo livello più basso con 4,0. Molto basso anche il tasso di infortuni muscolari, che è dello 0,5 a fronte di una media di 2,2. Dunque anche il rendimento in Champions, unica squadra imbattuta del girone, non è un caso. Questo Napoli è competitiv­o sotto tutti gli aspetti.

 ??  ?? I giocatori del Napoli nel riscaldame­nto prima della partita con il Psg. Li controlla il preparator­e Francesco Mauri, in fondo a destra
I giocatori del Napoli nel riscaldame­nto prima della partita con il Psg. Li controlla il preparator­e Francesco Mauri, in fondo a destra

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