Todt e il suo Schumi «Ho visto con lui il GP di Interlagos»
●La rivelazione ad Auto Bild del presidente Fia, vicino alla famiglia dell’ex-pilota e spesso in visita da Michael
Immaginiamo la scena. Sul lago di Ginevra è ormai calata la sera, quando nella stanza da letto, adibita a costosa infermeria, Jean Todt si siede a fianco di Michael Schumacher. E’ come ce lo ricordiamo, soltanto un po’ più gonfio, almeno così ha rivelato tempo fa l’arcivescovo Georg Gänswein, braccio destro di papa Francesco, dopo esserlo stato di Benedetto XVI, in una intervista che è stata rilanciata pochi giorni prima. L’infermiere di turno — il servizio, da quel poco che si sa, copre 24 ore — si fa da parte, il televisore è acceso: dall’altra parte del mondo, dove ormai è estate, sta per andare in scena il GP del Brasile. Interlagos è stata per due volte teatro dell’addio di Michael alla F.1. La prima nel 2006, quando il tedesco mise fine alla sua lunga e vittoriosa parentesi ferrarista (5 titoli e 72 vittorie) con una entusiasmante quanto inutile, per la corsa mondiale, rimonta dalle retrovie sino al 4° posto; la seconda nel 2012, quando disse definitivamente basta alla F.1. Di quel giorno c’è una bella immagine di lui che si congratula con Sebastian Vettel, fresco vincitore del terzo dei suoi 4 titoli iridati: una specie di passaggio di consegne tra campioni tedeschi.
RISERVATEZZA «Sono sempre cauto quando dico qualcosa, ma è vero: ho visto il GP del Brasile in Svizzera con Michael», ha dichiarato il presidente della Fia, che in questi giorni si trova a San Pietroburgo per le premiazioni dei campioni 2018. Una frase, sfuggitagli durante una intervista a Auto Bild, che ha fatto nel giorno Schumi e Todt sul podio del GP Giappone 2000, il giorno in cui il tedesco riportò il Mondiale piloti a Maranello dopo 21 anni. I due sono stati insieme in Ferrari per 11 stagioni, dal 1996 al 2006, conquistando 5 titoli consecutivi con Michael (dal 2000 al 2004) e 6 Costruttori (dal 1999 al 2004) AP della sua pubblicazione il giro del mondo. Altro Todt non ha aggiunto, consapevole di aver già detto troppo, di essere andato oltre rispetto alla linea concordata con la famiglia. Di tutto quello che accade nella villa di Gland non deve trapelare nulla. Così il mistero su Schumi, che tra meno di un mese compirà (senza accorgersene?) 50 anni, continua.
LEGAME «Lui è circondato dalla sua famiglia, dai suoi affetti, mi sento fortunato ad avere accesso frequente. Ma la sua salute è un problema privato e penso che sia tempo per noi di permettere a Michael di vivere la sua vita in pace», aveva detto il presidente Fia qualche mese fa. La visita di Todt non costituisce una novità: i due hanno coltivato una stretta relazione nei loro dieci anni alla Ferrari. «Schumacher è un amico», ha sempre sostenuto il dirigente francese capo della Gestione Sportiva di Maranello dal 1993 al 2007. E la relazione dopo l’incidente di Meribel del 29 dicembre di quasi 5 anni fa, si è fatta, se possibile, ancora più salda: da quel giorno Todt non ha lasciato sola Corinna, diventando per Gina Maria ma soprattutto per Mick, che ha deciso di intraprendere la sfida più difficile, seguire le orme di Michael nell’automobilismo, un secondo padre. Si consulta coi medici (il professor Gerard Saillant, amico personale di entrambi, è il primo della lista), si confronta con Corinna, consiglia e tramite Sabine Kehm indirizza la vita agonistica di Mick, destinato nel 2020, se l’approccio con la F.2 sarà positivo, a sbarcare nei GP. «Penso a Schumacher ogni giorno», è il Todt pensiero al proposito. Ed è vero. Approfittando degli uffici di Ginevra della Fia, che frequenta con la medesima assiduità di quelli parigini, appena può il presidente si reca dal suo Michael. Sostenendo le campagne e le iniziative legate al suo nome.
OMAGGIO Non da ultimo, nel suo continuo peregrinare per accontentare i club sparsi in tutto il mondo, il 4 ottobre dell’anno prossimo il Consiglio Mondiale della Fia si riunirà per la prima volta nel Michael Schumacher Exhibition, il museo dedicato al campionissimo. Un omaggio di «papà» Todt.
SONO SEMPRE CAUTO QUANDO DICO QUALCOSA, MA È VERO JEAN TODT SULLA SERATA CON IL TEDESCO IL PRESIDENTE FIA SULLE VISITE ALL’EX-PILOTA
MI SENTO FORTUNATO NEL POTERLO VEDERE DI FREQUENTE