La Gazzetta dello Sport

La carica di Severgnini «Milano è in forma e riesce in tutto Inter, così mi piaci» TIFOSO NERAZZURRO

«Milano è l’America d’Italia, entusiasmo e consapevol­ezza. Torino vive un periodo di dubbio: ma ne uscirà benissimo»

- Carlo Angioni

MILANO

«L’Inter è fascinosa e imprevedib­ile, la Juve è solida e rassicuran­te, ma se parliamo delle due città gli aggettivi si invertono. Oggi Milano è solida è rassicuran­te, accoglient­e per tanti giovani che la consideran­o l’America d’Italia. Torino è fascinosa e imprevedib­ile: viene sottovalut­ata dal resto degli italiani perché ne sanno poco, ma Torino spesso gioca in anticipo». Beppe Severgnini ha sempre raccontato l’interismo con ironia. E oggi anche lui sfiderà per la prima volta CR7. «Ronaldo alla Juve ha portato interesse e una grossa controindi­cazione: la squadra più forte è diventata ancora più forte e questo non fa bene al campionato. Se l’Inter fosse a 3-4 punti la sfida dello Stadium sarebbe più interessan­te. Oggi la Juve ha due squadre per puntare ai primi due posti. So che sarò deriso per quello che dico, ma perdere è necessario per poi entusiasma­rsi con le vittorie. Il Triplete non ce lo saremmo goduti così se non ci fosse stata una prima parte degli Anni duemila terribile».

Voi un Ronaldo lo avete avuto...

«Di Ronaldo per me ce ne sono tre: noi avevamo il Fenomeno; poi il Milan per imitarci ha preso il Ronaldo piccolo, Ronaldinho; la Juve ha preso Cristiano perché per vincere la Champions devono pregare e Cristiano è il nome giusto... La verità è che come giocatore Cristiano è più forte: lo dicono i Palloni d’Oro. Nel massimo fulgore il Fenomeno era più entusiasma­nte. CR7 è una macchina. Come poesia e fantasia del calcio il brasiliano era superiore».

L’Inter di oggi le piace?

«Sì, ma avremmo bisogno di altri 5-6 giocatori a livello Juve. Spalletti dall’appezzamen­to di orto che ha è riuscito a tirare fuori il meglio. A parte Bergamo, una sconfitta non scusabile: l’Atalanta non ci può umiliare così».

Icardi è il vostro CR7?

«L’unica cosa che non gli chiedono di fare è lavare la maglietta. Mauro è un profession­ista serio, si può criticare se ci divertiamo a fare i masochisti. Thohir, grande tifoso di Wanda, mi disse che gli altri giocatori a volte dovevi cercarli in giro a Milano, mentre lui era o a casa o all’allenament­o».

Con Marotta cosa cambia?

«Intanto ha un nome simpatico... Conosco un po’ Zhang, è un ragazzo solido e dice cose di buon senso. Non ha esperienza di calcio e di Italia, quindi ha fatto bene a chiamare uno come Beppe. Da tifoso dico che se Marotta non baciasse la maglia al primo giorno sarebbe meglio...».

Da Juve-Inter a Torino-Milano.

«Milano è entusiasmo e consapevol­ezza. Torino ha conosciuto l’ondata immigrator­ia dal sud negli Anni 50 e 60 e ora è la città che gestisce la mescolanza meglio delle altre. Nel primo numero del mio 7 intervista­mmo Chiara Appendino: capimmo nell’aprile 2017 che i 5 Stelle erano un fenomeno in grande ascesa. La Appendino di oggi è diversa, “rinchiusa”: allora era favorevole ai vaccini, non sembrava ostile alle grandi opere».

Tra le due città ultimament­e le rivalità sono aumentate: salone del libro, Olimpiadi...

«Da amante dello sport sarebbe stato bello mettere tutti insieme per i Giochi. Milano è in forma e qualunque cosa prende la fa funzionare. Pensiamo ad Expo, un grande successo. Certo l’Olimpiade non è identitari­a e io non farò sci di fondo sulle rotaie del tram uscendo da casa».

Tra le due città chi vince?

«Torino sta vivendo uno dei suoi momenti di dubbio, di introspezi­one, ma ne uscirà benissimo. La città non è rassegnata. Proprio come la Juve di oggi...».

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