La Gazzetta dello Sport

Una piovra in difesa Così capitan Chiello agguanta ogni palla

●Impeccabil­e: stacco di testa, tackle, anticipo Quando c’è l’Inter, il Briegel di Livorno s’illumina

- Alessandra Bocci INVIATA A TORINO

ALivorno lo chiamavano Briegel, vai a sapere perché proprio Briegel. Perché all’epoca correva sulla fascia forse, perché era essenziale, perché non mollava niente e badava al risultato proprio come faceva Briegel. Ma Giorgio Chiellini ormai è molto più di Briegel, e chi lo avrebbe detto nei bar dell’Ardenza. Superati i trent’anni, Chiellini è ormai la quintessen­za della juventinit­à. Piovono solo compliment­i sulla sua testa, quella testa che contro l’Inter ha sfiorato anche il gol, una testa da leader. «Un professore, potrebbe insegnare ad Harvard», ha detto Mourinho a Old Trafford. «Non hanno soltanto CR7, hanno anche GC3», ha avvertito Luciano Spalletti alla vigilia di questa Juve-Inter. Elogi erano pervenuti anche da Pioli la settimana scorsa. L’allenatore Allegri è andato oltre. «È il difensore più forte del mondo con Sergio Ramos». E non si tratta di orgoglio livornese.

IL PROFESSORE Certo, i due parlano la stessa lingua e sono cresciuti a quasi vent’anni di distanza sulle stesse spiagge. Sono partiti da Livorno allo stesso modo, poi la carriera di Giorgio ha preso il volo e proprio sotto la direzione d’orchestra di Allegri ha raggiunto l’apice. Perché non è stato sempre così elogiato, Chiellini. Per anni ha vissuto in simbiosi e in un certo senso nell’ombra di Bonucci e dei suoi lanci eleganti, per anni è stato accusato di fare la chiellinat­a nel momento meno opportuno. Ma Giorgio è un tipo che studia e non ha mai smesso di farlo: si è laureato in Economia e anche in economia della partita, è il tipo che non si risparmia mai ed è stato naturale che raccoglies­se la fascia di capitano da Buffon, anche in Nazionale. Pensare che da ragazzo è stato vicino all’Inter, pensare che un paio di volte ha rischiato di lasciare la Juve. «Per fortuna non è successo», dice lui. Chiellini ha il bianconero sottopelle, tanto quanto Sergio Ramos ha il bianco meringa del Real Madrid nel sangue. Allegri li ha accomunati per la bravura, ma non è l’unica cosa che hanno in comune.

LA RIVALITÀ L’ultima volta che la Juve ha incontrato l’Inter, nella stagione passata, Giorgio l’aveva seguita dalla panchina, perché era infortunat­o. Studiava da capitano, come si vide nel caos finale. C’è quasi sempre un caos finale, quando Juve e Inter si incrociano. Stavolta è stato un caos calmo e Chiellini lo ha governato bene fino all’ultimo minuto. Ha sfiorato il gol, ha tenuto a bada Icardi, ha aiutato i compagni a sigillare il risultato e probabilme­nte il campionato, anche se non lo dirà mai. «Fino alla fine» è un motto che gli sta alla perfezione. Fino alla fine resterà concentrat­o sul campionato, senza contare i punti, nonostante sappia contare bene. Vincere più campionati possibile è la sua mania, la Champions League gli piace, ma il campionato è il suo giardino. Molto juventino, anche in questo. Quando vede nerazzurro si illumina e se n’è accorto Icardi, una volta di più. Certo, la Juve ha avuto terzini più belli e difensori più eleganti. Certo, Ronaldo è fisicament­e perfetto, ma Chiellini è il modello Juve al 100% e nessuno osa più far battute sui suoi piedi poco delicati. Adesso si parla dell’arte del tackle e dell’anticipo, per non parlare dello stacco di testa. Altro che piedi ruvidi.

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ANSA/LAPRESSE ● 1 Un colpo di testa di Giorgio Chiellini, 34 anni, capitano della Juve ● 2-3 Altre due immagini del guerriero bianconero contro l’Inter: prima prova a contrastar­e Mauro Icardi, poi salta in mezzo alla difesa dei nerazzurri ma viene anticipato da Milan Skriniar 1
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