La Gazzetta dello Sport

Che festa con l’Nba Bianconeri al top anche a Brooklyn

- Massimo Lopes Pegna CORRISPOND­ENTE DA NEW YORK

Da Torino hanno portato le coppe dello scudetto e della Coppa Italia e le sagome di CR7, Chiellini e Dybala. La sala 40-40 Club del Barclays Center non è gremita come speravano i Brooklyn Nets, padroni del palazzo, ma qui è un pomeriggio feriale. Gli juventini newyorkesi si sono radunati per questa occasione speciale: 121 dollari per seguire Juve-Inter e, un paio d’ore dopo, per assistere al match fra i Nets e i Toronto Raptors, la squadra con il miglior record Nba. David Trezeguet, ambasciato­re bianconero, sorride soddisfatt­o prima dell’inizio: «La società ha un legame importante con gli Usa e New York. E poi con i Nets abbiamo

in comune i colori e l’impianto nuovo. È la prima volta che facciamo un’operazione del genere con una franchigia Nba: spero ci sarà un seguito».

REAZIONI Mani nei capelli dei tifosi al palo di Gagliardin­i. E grida eccitate quando Bentancur batte a rete a colpo sicuro. Poi poco dopo l’arrivo in sala di Pepito Rossi, ci sono i cori per il gol di Mandzukic come fosse l’Allianz Stadium. Fra i vip c’è Paulie Malignaggi, ex campione del mondo di superlegge­ri e welter con il direttore pugilistic­o del Barclays, Anthony Catanzaro. Paulie, siciliano cresciuto a Brooklyn, dice: «Mio nonno Umberto è malato di Juve. Anch’io, ma da quando sono stato a Milanello ad allenarmi, sono diventato pure un po’ rossonero». Non lo sentono, altrimenti la roccaforte juventina avrebbe fischiato. «Ma è una festa», dice Trezeguet. E il risultato finale del match è solo un bel dettaglio di questa intelligen­te operazione di marketing.

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Trezeguet e i tifosi Juve a Ny

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