La Gazzetta dello Sport

REAZIONI I suoi ragazzi in lacrime Cairo: «Nel Pantheon con gli eroi di Superga»

●Claudio Sala: «Ha cambiato il calcio italiano. Un uomo leale e onesto». Graziani: «Ha inciso tanto nella mia carriera»

- Mirko Graziano

COMUNICATO FIGC

«Gigi Radice è stato un grandissim­o nella storia del Torino e in quella del calcio in generale. Ha interpreta­to al meglio il ruolo del maestro: entra di diritto nel Pantheon granata con gli eroi di Superga». Il presidente del Torino, Urbano Cairo, affida commosso il suo pensiero all’Ansa: «È stato uomo granata a tutto tondo. Grande passione in campo, dolcezza umana fuori». Eraldo Pecci fatica a parlare e preferisce dire solo due cose: «Ora è il momento del ricordo, profondo e il più silenzioso possibile – piange uno dei simboli dello scudetto granata del 1976 –. Il ricordo di una persona che ha portato il rinnovamen­to nel calcio e soprattutt­o di un uomo dolcissimo». Ciccio Graziani attraverso Askanews spiega che «con i suoi consigli sono cresciuto tecnicamen­te e caratteria­lmente. Radice ha inciso moltissimo sulla mia carriera e grazie a lui il Torino tornò a vincere lo scudetto dopo la tragedia di Superga. C’è tanto di lui in quella grande impresa». Il capitano di quel Toro era Claudio Sala, il poeta del gol: «Il mister era un innovatore, un grandissim­o allenatore che ha cambiato il calcio italiano e ha regalato una delle più grandi soddisfazi­oni al nostro popolo. Lo conobbi a Monza, lo ritrovai anni dopo a Torino ed era sempre un innovatore, nonostante il passare degli anni. Dal punto di vista umano era un uomo leale e onesto con tutti noi, diretto». Così il giaguaro Luciano Castellini: «C’ero anche a Monza, credo di essere stato il portiere che ha giocato più con lui. Ho un grande ricordo. Quando vincemmo lo scudetto, lo abbracciai forte e ci fu un pianto liberatori­o».

IL SUO MILAN «Il suo Milan è stato il primo club italiano a vincere la Coppa dei Campioni. Lui, Gigi Radice, tre volte campione d’Italia in rossonero, ci ha lasciati. La storia del calcio e tutto il Milan lo ricordano con affetto e commozione»: così il club rossonero ha salutato il suo ex giocatore e allenatore. «Due giorni prima di Milan-Torino, un destino – twitta Franco Baresi –, lo ricordo con affetto sincero. RIP grande Gigi».

JUVENTINI E INTERISTI «Ci lascia un uomo fantastico, che con il suo impegno ha reso grande il nostro calcio. Ho ancora nella mente i nostri derby», dice l'ex juventino Marco Tardelli. «L’unico allenatore per cui ho pianto nella mia carriera è stato Gigi Radice – racconta Beppe Bergomi –. Lui andava matto per i giovani e con lui avevo un rapporto davvero speciale». Evaristo Beccalossi saluta così Radice: «Ciao Gigi. Siamo stati insieme solo un anno all’Inter, ma è bastato per stimarti e apprezzart­i come allenatore e uomo. Voglio ricordarti Inter-Napoli, qualcuno voleva esonerarti e noi vincemmo 1-0, gol di Altobelli all’89’ credo... E tutta la squadra corse ad abbracciar­ti: quel gesto credo che valga più di mille parole. Come dicevi tu: parte il treno, chi vuole salire, salga fino alla fine. E noi eravamo saliti tutti». Fabio Capello parla di «un grande allenatore che in Italia ha fatto il primo calcio offensivo con pressing – dice a Sky –. Vinse meritatame­nte lo scudetto contro di noi (Juve, ndr). E come uomo mi è sempre piaciuto per la sua integrità. Era all’avanguardi­a, quel Torino aveva la sua impronta». Ecco Max Allegri: «L’altra settimana parlavo di grandi allenatori italiani che hanno lasciato il segno: uno di questi era Gigi Radice...». Tutti i club italiani hanno voluto ricordare Gigi. E piange pure Adriano Galliani, «amico fraterno di Radice, del quale seguì e sostenne la carriera da allenatore fin dagli esordi, che furono proprio con i colori del Monza», si legge in un comunicato del club brianzolo.

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Urbano Cairo 61 anni, presidente del Torino. A destra Claudio Sala, 71 anni, capitano del Torino 1975-1976
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