«Ho scelto il carisma di Prandelli per rifare il Genoa»
●Prima giornata a Pegli del nuovo tecnico, la squadra è già in ritiro Il presidente Preziosi: «Per lui parlano numeri e carriera. E io mi impegno a portare rinforzi a gennaio»
C’è un religioso silenzio intorno a quest’uomo dal passato importante, ma che ieri è entrato in punta di piedi nei saloni affrescati di Vila Rostan, senza toni da primo della classe, in quella che sarà la sua nuova casa per il prossimo anno e mezzo. Un buon maestro: Cesare Prandelli ha voluto presentarsi così al gruppo rossoblù. Non ha nulla da dimostrare, l’ex c.t. azzurro, ma un carisma talmente grande che soltanto il suo illustre passato poteva riuscire a placare le ansie di un ambiente squassato (anche) dalla rocambolesca eliminazione contro l’Entella in coppa Italia.
ADDIO Ieri mattina Stjepan Ostojic, fidato collaboratore tecnico di Ivan Juric, è passato di buon’ora a Pegli per ritirare gli effetti personali del tecnico croato dallo spogliatoio, prima che alle 10.30 in punto si insediasse Prandelli. Il quale, ieri sera, ha voluto portare la squadra in ritiro con un giorno di anticipo proprio per approfondire il più rapidamente possibile la conoscenza del gruppo. Stamane alle 11.30 il nuovo tecnico del Grifone verrà presentato ufficialmente a Pegli.
RIFLESSIONI Una scelta di fatto obbligata, ha spiegato ieri sera il presidente Enrico Preziosi alla «Gazzetta», che aveva avuto già qualche tempo fa «un incontro durato un paio d’ore» con Prandelli. «Un tempo sufficiente per capire il valore e lo spessore di questa persona. Oltretutto, la carriera parla per lui. Ha fatto oltre 500 partite in carriera, raccogliendo 850 punti, con una media altissima (1,54 a gara, nd.r.). I numeri contano, anche quelli che hanno accompagnato l’ultima disastrosa avventura» dello Juricter alla guida del Genoa. Il presidente Preziosi, poi, oltre che dalla persona, è stato impressionato anche «dalla voglia e dalla determinazione di un allenatore che possiede tutte le capacità per valorizzare la nostra rosa. Mi ha convinto subito. E poi Prandelli è ancora molto giovane. Io, di sicuro, a gennaio mi metterò a disposizione per portare eventuali rinforzi alla squadra. Prima, però, lui avrà bisogno di capire quali giocatori possano essere utili al suo tipo di gioco».
CONDIVISIONE Fa un passo indietro, il presidente, e racconta le ragioni per cui aveva deciso di richiamare il Pirata: «Ne avevamo parlato in quattro: io, Zarbano, Perinetti e Donatelli. Dopo avere ascoltato Juric, eravamo convinti che fosse una cosa fattibile, e invece non è stato così, ma ci siamo accorti che non è stato mai aiutato dalla sorte».
MASSIMA Preziosi cita poi «una massima che apparteneva a Napoleone: “Meglio avere un generale fortunato piuttosto che uno bravo”. Se penso che in coppa Italia Piatek ha colpito un palo interno e poi il pallone è tornato in campo, e Lapadula si è mangiato tre gol quasi fatti, allora è una situazione da... macumba. C’era un clima difficile. La mia scelta di richiamare Juric, alla luce dei fatti, si è rivelata un errore e mi dispiace che i veri tifosi genoani abbiano sofferto. Credo che con Prandelli potremo avviare un discorso diverso». Il senso delle parole di Preziosi è chiaro: Prandelli non è di passaggio, deve rimettere in linea di galleggiamento una barca che iniziava a fare acqua in un mare tempestoso. È arrivato con il preciso intendimento di costruire qualcosa di grande: «Ci aspetta un lavoro importante, ma possiamo raggiungere tutti insieme gli obiettivi prefissati. Sono molto emozionato, il Ferraris è l’ambiente migliore per giocare a calcio. Ma abbiamo bisogno di tutti i tifosi, vicini e lontani». Eccolo qui, il vero obiettivo di Prandelli: riunire tutto il popolo rossoblù nel nome del bene del Grifone. Il Genoa per tutti, tutti per il Genoa: il maestro Cesare, in fondo, è stato scelto per questo.