Un recupero folle La Var non basta Lazio raggiunta dalla Samp al 99’
●Immobile su rigore a tempo scaduto completa la rimonta Poi Giampaolo in dieci uomini trova la perla del 2-2 di Saponara
ROMA
La Lazio sembra proprio la Ferrari: non riesce più a vincere. Nemmeno un sorpasso insperato, per un rigore chiamato dal Var Pairetto quando ormai stava finendo il recupero, ha interrotto la serie consecutiva di pareggi (quarto di fila in campionato). Perché Ciro Immobile scaraventa in rete il 2-1, ma mentre tutti festeggiano la fine delle polemiche, della crisi e anche del ritiro, la Sampdoria colpisce in maniera semplice: lancione centrale, tocco di testa di Kownacki, acrobazia del liberissimo Saponara, al 99’: la rete più tardiva in Serie A da quando si raccolgono certe statistiche (2004-05). Per dire, Massa fischia la fine dopo 100’ e 30”, in uno stadio gelido e gelato da quanto appena visto. Non si parlava che di auto in casa Lazio da quando, giovedì, Lotito aveva paragonato la sua squadra a una Ferrari ingolfata. Ci ha preso: Formello come Maranello, una delusione dopo l’altra.
I MOTIVI Il pari sta stretto ai laziali, non soltanto per il finale da film ma anche per la quantità di palle gol: 10-2. Però nel dato è incluso anche il senso della partita: molti, troppi errori. La Samp dopo mezzora quasi smette di pensare e nella ripresa viene sommersa sul piano fisico. Ma è scaltra, due tiri, due gol. Così punisce i magheggi di Inzaghi. L’allenatore prosegue con il 3-5-2, però parte con il doppio centravanti: Caicedo dovrebbe spalleggiare Immobile, velenoso da sinistra. La coppia viene sciolta nella ripresa e la Lazio chiude a 4-3-1-2, dentro Luis Alberto (sua la punizione che porta al rigore) e Correa. Immobile è il più continuo, quasi tutte le occasioni passano da lui, compreso il palo a fine primo tempo. Le corse di Ciro sembrano a lungo l’unica risorsa degli inzaghiani, poveri di altre idee, limitati nella tecnica. Ma la pressione aumenta nella ripresa e il gol di Acerbi, per l’1-1 al 79’, è frutto dell’ennesimo corner e di un delizioso assist di tacco di Parolo.
SAMP DUE FACCE La Sampdoria di solito fa dell’incostanza una regola. Adesso sembra tornato il periodo buono, viene da due successi in pochi giorni, coppa compresa: quando pensi che sia matura per fuoriuscire dalla banalità, la Samp fa di tutto per rientrarci. Però stavolta può mostrare il carattere della rimonta, quando è in 10 per l’espulsione di Bereszynski. Quagliarella arriva al primato personale di cinque partite con gol consecutive (e con sei tiri nello specchio). Il vantaggio nasce da una sequenza di tocchi e triangoli a sinistra per poi colpire a destra, ma resta delizioso l’esterno di Praet che libera al cross Murru. Però la copertura difensiva è inadeguata, anche perché Praet e Linetty non aiutano gli esterni. Fin che possono, Andersen e Audero salvano, poi cedono. Ma la mossa da arti marziali di Saponara, che Giampaolo non vede perché è negli spogliatoi, chiude una partita strampalata, a suo modo spettacolare.