La Gazzetta dello Sport

Mazzarri avverte «Deciderò chi gioca guardando gli occhi»

●L’allenatore: «Dalla gara contro il Milan capiremo la nostra dimensione. Zaza deve lavorare su se stesso»

- INVIATO A TORINO ni.ce.

«Prima di comunicare la formazione guarderò negli occhi i giocatori uno a uno. E se non dovessi scorgere la giusta tensione, cambierò le mie scelte. Perché il Milan, che in casa ha perso solo con la Juve, deve dirci se certi discorsi fatti sui cali di concentraz­ione costati caro in passato, sono stati recepiti. Deve dirci che dimensione siamo in grado di reggere». Walter Mazzarri trasmette la sua voglia di impresa alla squadra, senza caricarla, però, di eccessive responsabi­lità. «Con 24 partite da giocare non me la sento di dare etichette, vorrei però rivedere il Toro che ha rimontato l’Inter e che ha sbancato Marassi (granata fuori casa imbattuti da nove gare ndr). Sappiamo che loro hanno una rosa di campioni e quindi potranno porre riparo alle assenze di giornata. Gattuso ha rilanciato le ambizioni del club attraverso un lavoromolt­o positivo. Se li affrontass­imo senza concentraz­ione mi preoccuper­ei tantissimo». E qui si passa ai temi tattici: il tecnico depista. ZAZA «Di assetti ne abbiamo provati finora diversi e siamo in grado di variare più moduli nel corso della stessa partita, dipende anche da come si metteranno loro. Ansaldi può giocare pure a centrocamp­o, per dire... Aina insidia De Silvestri? Finora Ola è stato discontinu­o, però diventerà un grande giocatore, ne sono sicuro». Il dubbio principale è tra Baselli e Soriano, par di capire. Con il primo sarebbe 3-5-2, con l’altro avremmo il 3-4-2-1. Poche le chance che ha Zaza di spingere il suo tecnico sul 3-4-3. L’attaccante col Sudtirol non ha esaltato. «Però sono gare particolar­i, quando ne cambi undici... Gli ho parlato, deve lavorare su se stesso e mettermi in difficoltà nelle scelte con i fatti. Io lo capisco. Quando è arrivato la squadra era già stata avviata. Abbiamo meccanismi definiti, quindi o si adatta lui alla squadra o devono essere gli altri ad adattarsi alle sue caratteris­tiche».

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LAPRESSE Walter Mazzarri, 57

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